Se ci fosse un manuale dell’esordio perfetto, la sceneggiatura del film con cui scrivere i primi minuti con una nuova maglia, con cui cominciare una nuova esperienza, una foto che dipinga emozioni, gioie, istanti indimenticabili di quelli che restano impressi a lungo, tutto avrebbe le sembianze di questo Genoa-Napoli 1-2 firmato Jonathan De Guzman all’ultimo respiro.
Thriller – Genoa-Napoli ha i tratti del thriller accattivante, di quelli che ti tengono attaccati alla poltrona fino all’ultimo istante. Genoa-Napoli è tutto nel goal a freddo di Callejon, nella grinta indomabile di Higuain, nell’ingresso devastante di Dries Mertens. Genoa-Napoli ha i tratti decisi di Kalidou Koulibaly, ingenuo sul goal di Pinilla ma implacabile nella seconda frazione di gara dove è riuscito ad ergersi a trascinatore. C’è chi però ha tenuto per sé quasi tutta la scena, il protagonista assoluto di questa sfida esaltante: De Guzman.
L’olandese classe ’87 prelevato dal Villareal dopo l’ottima parentesi allo Swansea è stato accolto, come tanti ottimi acquisti recenti, con qualche perplessità. Ma chi conosce questo centrocampista box to box, come ama definirsi, un tuttocampista in grado di incidere in ogni fase di gioco, grazie al gran passo, l’intelligenza tattica, l’ottima tecnica di base ed un fiuto del goal non comune, può solo sfregarsi le mani pensando all’utilità di questo innesto. Entra al posto di uno spento Hamsik e immeditamente l’impressione è che possa segnare la sfida, lotta, pressa, ci crede, mette in campo tutto sè stesso. La rete decisiva, tutta opportunismo e freddezza, è l’epilogo giusto per il copione dell’esordio da incorniciare. Poco più di 25 minuti per consegnare al pubblico partenopeo un nuovo idolo da sostenere, nell’auspicio che quest’esordio possa essere foriero di un’esperienza alle pendici del Vesuvio di quelle che lasciano il segno.
Edoardo Brancaccio
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Articolo modificato 19 Set 2016 - 10:01