Avrà riflettuto tanto negli ultimi giorni. Insigne sembra recuperato dopo lo screzio avuto con il pubblico del San Paolo durante la sfida di andata con l’Athletic Bilbao. Recuperato sul piano psicologico e anche su quello calcistico. Grazie al colloquio avuto con Benitez, quando sembrava che stesse sul punto di chiedere di cambiare aria, ha guadagnato autostima e anche uno stato di forma più che accettabile. “Il mister mi ha dato sempre fiducia ed io proverò a ricambiarla sul campo”.
Neanche la mancata convocazione in Nazionale ha scalfito più di tanto la sua voglia di ritornare l’attaccante sgusciante ed imprevedibile di un tempo: “No, non ho parlato con Conte. Dispiace non essere convocato in Nazionale ma posso solo lavorare di più per riconquistarla”. Resta la persistente imprecisione in zona-gol. Sarà per scarsa lucidità al momento di piazzare la zampata, sarà per la bravura dei difensori avversari, sarà anche per eccesso di frenesia, sta di fatto che Insigne già da un po’ fallisce bersagli dei più semplici. Gli manca solo quello per ritrovare in pieno se stesso.
Dopo la doppietta che assicurò la Coppa Italia al Napoli sembra aver smarrito la mira. Può capitare. E capita soprattutto a chi non è del tutto sereno. A chi sta completando il suo percorso di maturità. Del resto, Insigne anche nella passata stagione dopo essersi sbloccato in Champions League faticò non poco a trovare la via del gol. Ma a Benitez vanno bene anche i suoi assist, le sue serpentine sulla fascia, i suoi dribbling a creare superiorità numerica. Presto arriveranno anche i gol. Proprio Benitez, un maestro nel saper comprendere le problematiche dei giovani talenti, può fargli riguadagnare la maglia della nazionale.
Non a caso dopo il colloquio con Don Rafa e la conferma nell’undici titolare con il Genoa, Insigne è sceso in campo con nuova lena. Ora manca solo il gol ma non se farà certo un problema. Al tamburino di Frattamaggiore interessava guardarsi dentro e capire se il feeling con il Napoli era quello di sempre. L’ha fatto ed è sceso in campo più determinato di prima. Ora si tratta solo di perfezionare la mira. Questione di tempo, neanche tanto, e scoppierà anche la pace con quella parte di pubblico così impaziente e severa con un proprio figlio.
Fonte: Corriere dello Sport