Benitez ha lasciato per qualche giorno Napoli per tornare a Liverpool in visita dalla famiglia. Shock! Sconcerto! Terrore! Le polemiche nascono così, un po’ perché ogni pretesto è buono e un po’ perché talvolta non si conosce bene ciò di cui si parla. Sono lontani i tempi in cui l’allenatore era un uomo solo al comando, spesso con un vice imposto dalla società, che doveva preoccuparsi di gestire il lavoro della squadra in ogni fase della settimana e della stagione. Ma è da tanto tempo che nei super professionistici sport americani, basket, baseball e football non esiste più questa figura solitaria, bensì quella dell’Head Coach, che governa uno staff allargato di assistenti e allenatori specializzati che portano fisicamente avanti il lavoro di campo, mentre al capo allenatore resta il coordinamento e la supervisione. Anche nel calcio da qualche anno si è adottato questo sistema, infatti lo staff tecnico delle squadre è sempre più numeroso e articolato per rispondere alle mutate esigenze di lavoro e ai sempre più numerosi impegni delle squadre. Valga un esempio per tutti, quello dell’allenatore più celebrato degli ultimi vent’anni, ovvero Sir Alex Ferguson. L’allenatore scozzese ha iniziato ad allenare come tutti sanno negli anni ’80, e ha guidato le sue squadre in campo per lunghissimo tempo, salvo poi adeguarsi a queste novità fin dalla fine degli anni Novanta (9 campionati vinti, due FA Cup, tre Coppe di Lega, cinque Charity Shield, due Champions League, tra il ’99 e il 2013). La creazione di un vero proprio più ampion coaching staff ha portato Sir Alex a partecipare sempre di meno fisicamente alle sedute di allenamento, programmate e condivise con il suo staff, gestite ovviamente dai suoi vice allenatori (il più noto è stato Carlos Queiroz) mentre lui osservava il lavoro dal suo ufficio nel centro sportivo del Manchester United. Desta quindi stupore leggere di polemiche, rapporti tesi e possibili addii per questi giorni di riposo che Rafa Benitez ha concesso alla squadra e si è concesso d’accordo con la società per far visita alla propria famiglia, lasciando che lunedì e martedì siano Pecchia, Xavi Valero e Paco De Miguel a guidare il lavoro di campo. Come dimostrato già nella passata stagione, l’allenatore spagnolo è abituato ad evitare sovraccarichi da stress ai suoi calciatori, abolendo spesso il ritiro pre-partita e concedendo giornate di riposo in occasione di particolari momenti della stagione. E’ un modo di approcciare il calcio non nuovo, nato in Olanda ai tempi del grande Ajax guidato dal maestro Rinus Michels e seguito poi da molti altri grandi allenatori di successo. C’è chi segue la strada opposta non dando mai respiro ai propri calciatori, ma non c’è una strada unica per arrivare al successo..
Articolo modificato 6 Set 2014 - 10:35