Posizionati nel bel mezzo della disputa tra due fazioni, quella dei “menomale che non è diventato presidente” e quella dei “magari ci fosse stato lui“, ecco spuntare la rubrica “Qui fu Napoli” di questa settimana, pronta per raccontarvi le disavventure (non ce ne voglia Gaucci) della SSC Napoli da poco frantumata dalle idee folli e fragili come carta pesta di Naldi e le “corbellerie” di Corbelli (trattasi di casualità, ma in realtà il termine non è stato coniato in occasione della sua venuta a Napoli), in alto mare nella disputa dei contendenti allo scettro di nuovo “boss” in grado di ridare al popolo partenopeo una squadra di calcio capace almeno di partire dalla Serie B, per meriti sportivi e per bacino d’utenza, come le leggi fallimentari decretano nei punti cruciali per chi ha intenzione di avvalersi della possibilità dei famosi ripescaggi.
Ci vogliono 46 milioni per rilevare i debiti del club, più che il titolo sportivo e qualche calciatore abbandonato nei meandri della città in attesa della buona novella, e tra i tanti nomi, il vociferare della pubblica opinione su fantomatici sceicchi, cordate di imprenditori, “prestanomi” dietro cui ci sarebbero volti noti del calcio italiano, ecco spuntare “Lucianone” Gaucci e la sua candidatura che quasi spazza via le ipotesi dei giorni antecedenti, mettendo seriamente ipoteca sull’acquisizione del moribondo Napoli. Addirittura si sigla l’accordo con l’amministratore unico della SSC Napoli Bellamio, Gaucci sarebbe il nuovo presidente azzurro a partire dalla notte del 13 luglio 2004, dopo la firma stipulata in presenza di un notaio. Non mancano le prime, acerbe, affrettate parole da nuovo condottiero della causa azzurra: ““Sono molto contento per essere riuscito finalmente a siglare l’accordo. Adesso farò tutto il possibile per assicurare l’iscrizione del Napoli in serie B, pagherò gli stipendi e spero di poter parlare finalmente di calcio. Abbiamo fatto il passaggio delle quote. Inizieremo tutto un iter per consentire la serie B al calcio Napoli“.
E’ la verità? Costui sarà davvero la nuova figura di riferimento della nuova era della “Napoli sportiva” (questo il nome dato alla neonata società)? Sembrerebbe proprio di si, quando qualche settimana dopo, davanti al municipio di Napoli cinquemila tifosi cantano, urlano, contestano, in attesa che qualcuno faccia chiarezza e disponga la mera realtà, senza mezzi termini, senza se e senza ma, scacciando via le ipotesi e dando qualche certezza ad un popolo che non può non vivere di calcio. Arriva quindi Gaucci dal sindaco, torna dal tribunale dove ritiene di aver comprato il Napoli. “Darò tutto me stesso per portarlo in alto“. Il tribunale gli ha chiesto di integrare la sua offerta: da fitto di azienda ad acquisto. Nuove garanzie e una serie di condizioni. Gaucci se avrà il Napoli, dovrà guidarlo con persone scelte dal curatore sia nel consiglio che nel collegio sindacale. Se non paga, cede il cento per cento del diritto di voto. Una gestione quindi vigilata, ma interessante per il tribunale. La Federcalcio però non cambia linea, e l’ultimatum lo dimostra. Niente B e vendita a Gaucci, ma solo C1 ad una delle quattro cordate in gara. Si apre un’accesa disputa a colpi di credenziali, di prese di posizione, di blocchetti di assegni a garanzia.
Nel frattempo Gaucci ha già presentato staff e parte della squadra che dovrebbe affrontare la Serie B, la squadra sarà guidata dall’allenatore Angelo Gregucci con la collaborazione del direttore sportivo Guido Angelozzi. Dovrebbero farne parte i giocatori rimasti dell’ex Calcio Napoli e cioè Bernini, Marcolin, Brivio, Floro Flores, Gennaro Esposito, Platone e Montesanto. In arrivo dal Perugia, poi, Kalac e Fusani, dimenticandosi però che il figlio Alessandro, amministratore delegato del Perugia Calcio, blocca la partenza dei giocatori, contestando aspramente le scelte del padre, dal Catania Stendardo e Mascara, deciso anche il ritiro precampionato, ad Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena, in Toscana. Sotto la voce “colpi di mercato” “Big Luciano” addirittura si fa scappare il nome di Roby Baggio, “apriti cielo“. La sua passerella al municipio quel giorno fu accompagnata da cori entusiasmanti, “Solo Gaucci” gridava la folla, spalleggiata particolarmente dal gruppo organizzatore della manifestazione che si tenne in quei giorni, dal titolo “orgoglio Partenopeo“, piovono sciarpe, compaiono bandiere e striscioni, qualcuno consegna un vassoio di sfogliatelle che Gaucci addenta famelico, sarà uno dei pochi giorni di gloria partenopea, poiché La Napoli Sportiva non fu iscritta ad alcun campionato professionistico o dilettantistico. Quasi un mese più tardi il produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis, originario di Torre Annunziata, ebbe l’ok dalla curatela fallimentare per rilevare la squadra napoletana, in cambio di una cifra superiore ai 32 milioni di euro. Questa è la realtà, è lui il vero, nuovo presidente del Napoli, bando alle ciance, bando a Gaucci e al suo “magic moment” targato NA, scusa Luciano, ma c’era fretta di vedere la luce in fondo al tunnel.