IL GAP – Per dar libero sfogo, ognuno a modo proprio, alla curiosità statistica, basta ingegnarsi e mettere in fila ciò che non è stato nella passata stagione, quella sequela di rimpianti cominciata proprio con il Sassuolo (1-1) e via via proseguita con il Parma (0-1), con l’Udinese (3-3), a Cagliari (1-1) nelle sfide ricordate con Bologna-Chievo-Atalanta (due pareggi e basta). Insomma, un bottino, riserve d’energia anche nervose lasciate cadere sull’erba d’un campionato svilito sin da dicembre e mai più ripreso: contraccolpi emotivi che incisero, e quanto, e che ora Benitez vuole fronteggiare ripartendo da un concetto chiarissimo: «Basta pensare all’Athletic Bilbao e al mercato: noi siamo questi ed abbiamo quattro obiettivi; e siamo anche forti».
TABELLA – Però poi le impressioni che si avvertono vanno rivelate in campo, rimuovendo ogni incrostazione e qualsiasi difficoltà, accomodandosi e leggendo dentro se stesso e avendo cura di saper guarire da quello ch’è stato un malessere persistente, ricorrente, dell’ultimo triennio almeno. Il Napoli grande con le grandi è però piccolissimo, quasi inesistente, con le piccole: come se fosse ostaggio della sua autorevolezza, del suo fascino, di una sua statura sotto la quale non riesce a piegarsi. Ma poi, quando la stagione si chiude, nel conteggio entrano anche quelle vittorie (mancate) e quelle sconfitte (brucianti) e quei pareggi (penalizzanti). E per sentirsi alla pari delle altre, per provare ad esserlo, serve imparare a scoprire un’anima un po’ provinciale.