De Santis aggredito prima di sparare, la famiglia Esposito prende posizione

Emergono nuovi elementi contenuti all’interno delle 600 pagine in cui è racchiusa la perizia che il Gip della Procura della Repubblica di Roma Giacomo Ebner aveva disposto sia a livello balistico che sugli indumenti di Daniele De Santis, l’ultrà della Roma uscito da diversi anni dalla Curva Sud e accusato di omicidio volontario nei confronti di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli rimasto colpito da colpi di arma da fuoco in un tafferuglio su viale di Tor di Quinto a Roma, il 3 maggio scorso, qualche ora prima della finale di Coppa Italia tra la squadra azzurra e la Fiorentina. Il documento è stato redatto dal Racis, il Raggruppamento Carabinieri Indagini Scientifiche, che dopo aver certificato il fatto che a sparare sia stato De Santis (come aveva sostenuto la Digos della Questura di Roma dalle risultanze delle prime ore di indagini: a questo proposito bisogna ricordare che a seguito di uno stub ritenuto non del tutto attendibile, alla fine venne isolata una particella che conteneva tutti e tre gli elementi per validarlo e quindi risalire alla responsabilità dell’indagato) ha fornito anche elementi sulla tempistica dei fatti.

«Si ritiene che De Santis, sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante, con le mani sporche del suo stesso sangue, abbia impugnato l’arma ed abbia esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani» , scrive il Racis precisando poi: «De Santis cade a terra, viene aggredito e inizia a perdere abbondantemente sangue. Non si esclude che in questa fase sia stato utilizzato il coltello a serramanico per mano di uno dei tifosi partenopei. Dopo avvengono gli spari in rapida successione» .

Le reazioni. La perizia, che ha praticamente confermato gli elementi principali dell’indagine condotta dalla Polizia di Stato, puntualizza questo aspetto sulla tempistica che qualche perplessità in Questura l’avrebbe generata, almeno perché espresso in maniera – pare – così netta: la ricostruzione delle primissime ore e dei primissimi giorni certamente parlava di una aggressione a De Santis (quella non è stata mai messa in dubbio, viste anche le gravi condizioni in cui versava l’indagato, e la Questura denunciò per rissa alcune persone coinvolte): ma la sequenza aveva individuato probabilmente una prima colluttazione, gli spari e poi una definitiva – chiamiamola così – “resa dei conti” attivata dai tifosi napoletani. Isolare invece in maniera netta gli spari come temporalmente successivi all’aggressione subìta da De Santis significa cristallizzare una versione che agli uomini della Polizia di Stato suggerirebbe almeno cautela.

Bisogna capire attraverso quali elementi si è arrivati a questa conclusione (se oltre alla perizia balistica e sugli indumenti non sia magari stata rianalizzata, ma a molta distanza di tempo, la scena del “crimine”). Fatto sta che i legali di Daniele De Santis hanno letto questo aspetto della perizia in un modo. «Alla luce di quanto descritto dai periti ci sembra doveroso che le indagini della Procura siano volte anche a chiarire la dinamica di quello che a tutti gli effetti appare un tentativo di omicidio nei confronti del nostro assistito» hanno detto gli avvocati Tommaso Politi e Michele D’Urso. «La dinamica dei fatti che è stata ricostruita, infatti, risulta essere palesemente incompatibile con la tesi dell’agguato, soprattutto laddove si evidenzia che il De Santis ha subito una brutale aggressione già prima del momento degli spari, riportando, tra l’altro, diverse coltellate all’addome» .

Immediata la risposta dello zio di Ciro, Vincenzo, che ha detto: «De Santis aggredito? Certo, lo abbiamo sempre detto anche noi, solo che è stato aggredito dopo aver sparato e dopo aver perso l’arma. Anche perché mi sembra illogico che ci sia chi abbia aggredito a mani nude uno che aveva in mano una pistola. Non appena emergono dei dettagli sulla colpevolezza di De Santis arriva subito una svolta che potrebbe favorirlo. Ricordiamoci che questo signore aveva già accoltellato un questore a Brescia anni fa e non ha subito conseguenze, evidentemente c’è qualcuno che lo copre. Alla fine giustizia verrà fatta, troveremo un giudice che toglierà il velo che copre questa storia».

Fonte: Corriere dello Sport

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