L’estate 2014 resterà, nonostante tutto, impressa a chiare lettere nella sceneggiatura del film che il presidente Aurelio De Laurentiis ha prodotto con impegno, dedizione e grandi successi da quando, nel settembre di dieci anni fa, decise di mettersi al timone di questo progetto ambizioso. Personaggio vulcanico, il patròn azzurro, spesso sopra le righe, ma dinanzi al cui operato anche i più critici hanno sempre dovuto sottostare ad un assioma inconfutabile: alle parole sono sempre seguiti fatti, e risultati, sempre. Almeno fino a questa rovente estate.
Ferita aperta – L’affondo portato da Aduriz e compagni ancora brucia. I segni sono ancora visibili, le polemiche di contorno non hanno fatto altro che cospargere sale sulla ferita. Tutta la città attendeva di confrontarsi ancora con l’elitè europea. Indossare lo smoking e mettersi in mostra contro le grandi del calcio, sempre a testa alta, come accaduto con costanza durante la gestione De Laurentiis. L’eliminazione di Bilbao rappresenta forse la più grande delusione di questo nuovo corso azzurro, proprio perché arrivata dopo proclami che non hanno trovato riscontri pratici. L’eliminazione dalla Champions, accompagnata ad una campagna acquisti avara di nomi esaltanti, ma comunque ricca di costrutto, le frizioni tra pubblico ed alcuni calciatori, tutto ha lasciato campo aperto a critiche talvolta eccessive, come se non si attendesse che il momento giusto per puntare il dito dopo anni di malcelata sopportazione. Poi finalmente la parola al campo, nuovamente, l’esordio in campionato a Marassi con una vittoria meritata e colta come nel miglior thriller all’ultimo respiro proprio con la griffe di uno dei nuovi acquisti: Jonathan De Guzman. Con l’ambiente che a poco a poco sembrava poter ricompattarsi come tante volte la piazza partenopea ha saputo fare.
Sosta inopportuna – Maledetta sosta, quindi. Proprio quando il campo sembrava aver ridato un minimo di serenità a gruppo ed ambiente ecco che arrivano due settimane infinite. Perché quando non è il rettangolo verde a sentenziare l’amore per la polemica, anche la più futile, comincia a farla da padrone. Allora ecco le rimostranze sulle ferie richieste ed ottenute da Rafa Benitez, pochi giorni con cui staccare momentaneamente la spina dopo un mese complicato, tra le braccia dei propri affetti. Ricaricarsi in vista di una stagione piena e pregna d’impegni, e pressioni, di ogni sorta, affidando il lavoro ad uno staff di primo livello ed in cui ripone la più totale fiducia. Futili polemiche appunto, figlie di una considerazione del calcio talvolta troppo oppressiva, come se chi lavora in questo Mondo non abbia esigenze, e debolezze, come qualunque altro essere umano. Futili polemiche come quelle aizzate dalle dichiarazioni, quelle si fuoriluogo, del Vice Presidente Edoardo De Laurentiis, a margine della presentazione di David Lopez. Ottimo il contenuto, fiducia nel nuovo acquisto sbaglia chi critica senza conoscere il centrocampista ex Espanyol, rivedibile la forma: i tifosi sono, restano e saranno i primi referenti a cui la società dovrà dar conto. Il patrimonio più prezioso del calcio Napoli, e anche se a volte eccessivi nelle rimostranze vanno sempre e comunque rispettati, il tutto con il massimo della considerazione.
I novanta minuti come unico giudice – Bentornato campionato, e poi l’Europa League, tutto d’un fiato in un tour de force che sarà intensissimo fino alla Supercoppa del 23 dicembre. Al San Paolo arriva quel Chievo che negli anni ha sempre fatto soffrire oltremodo la compagine azzurra. Bentornato campionato, parola al campo, perché le stagioni anche se nate sotto una stella non luminosissima possono poi scorgere delle pieghe inaspettate, esaltanti. Il gruppo, lo ripeterò sempre, c’è, alla guida c’è un tecnico che ha messo in quest’avventura la faccia, il proprio background profesessionale. Le critiche, quando giuste e doverose, ci saranno, ma sempre costruttive. L’unico obbligo per tutti è quello di cementarsi come un unico blocco, il capitano Marek Hamsik l’ha ribadito: “I tifosi sono sempre stati il nostro dodicesimo uomo, sono convinto che continueranno ad esserlo”. Parole e musica di chi quest’ambiente lo conosce a menadito dopo otto lunghi anni. Allora tutti uniti verso un unico obiettivo, spazzando via le polemiche.
Edoardo Brancaccio
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Articolo modificato 12 Set 2014 - 14:42