Un audio del medico del Policlinico Gemelli che lo scorso 3 maggio intervenne per salvare la vita a Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato dell’omicidio di Ciro Esposito, è finito sul Gr 1 delle 8 di stamattina. Il medico cerca di evitare le domande, poi riflette: «Se ci fossero state lesioni da taglio sul corpo di De Santis, l’avremmo operato» (CLICCA QUI PER L’AUDIO).
Intanto i legali di Ciro Esposito, Angelo e Sergio Pisani, fanno sapere a gran voce: «Occorre indagare De Sanctis ed i suoi complici per tentata strage, oltre che per l’omicidio volontario di Ciro. Questi teppisti non stavano pregando ma assalivano un pulman con donne e bambini e non per essi non può invocarsi alcuna legittima difesa. Ora dobbiamo difendere la verità e fermare illazioni e commenti privi di certi riscontri probatori che non aiutano la giustizia e non fanno bene allo sport ed alla memoria di Ciro Esposito, che nonostante il sacrificio senza giustizia viene ucciso ancora una volta. Stanno emergendo giorno dopo giorno tante stranezze che non aiutano neanche la pacificazione nel calcio. Come mai solo ora si legge di presunte ferite da taglio sul corpo di De Sancitis che addirittura sarebbero sfuggite ai tutti i medici del Policlinico Gemelli e che non compaiono nelle prime accurate visite mediche, ferite mai viste, che non avrebbero consentito all’assassino di sparare tanto precisamente e che dopo quattro mesi compaiono improvvisamente. Come si fa a dare un orario a macchie di sangue che secondo logica possono aver macchiato la pistola così come il cappellino, non prima degli spari, ma solo a seguito dei tre ripetuti contatti avvenuti tra i romanisti e i tifosi napoletani».
Secondo Pisani tutte queste notizie saranno smentite nel processo che è l’unico momento in cui sarà chiarita la verità. “E’ assolutamente inverosimile ed azzardata la ricostruzione della difesa del Santis, risultante proprio il pistolero e l’assassino che non può vantare alcuna legittima difesa dopo l’agguato criminale al pullman con bombe carte e lacrimogeni, poiché alcuni testi riferiscono che viene aggredito in più occasioni solo dopo aver sparato a Ciro tant’è che è più logico che la pistola si macchi di sangue solo quando più mani cercano di sfilarla e dopo essersi fortunatamente inceppata. Come si vede dai video dopo gli spari i tifosi del napoli fuggono dal vicoletto trascinando Ciro ferito e senza cappellino, per i pericoli ancora in corso e poi dopo rientrano per fermare gli aggressori con cui si scatenano più momenti di rissa senza altri morti solo grazie al fatto che la pistola s’inceppa e viene persa dal De Sanctis che aveva sparato quando era in buone condizioni e posizione come dimostra la mira e i colpi andati a segno”.
Pisani ritiene contraddittoria ed irrilevante ogni altra deduzione che si sta tentando di pubblicizzare rispetto alla reale ricostruzione dell’agguato ed alle gravi responsabilità degli aggressori che certo non possono esser modificate o affievolite. Conferme della linea difensiva degli avvocati di Ciro Esposito e sulla dinamica (in gran parte già nota e subito evidenziata dalle indagini difensive) del ferimento e della successiva morte di Ciro Esposito emergono dalla lettura degli esiti dell’incidente probatorio depositati nella cancelleria del Giudice Ebner. «La lettura delle conclusioni rassegnate dai periti consente di mettere comunque una serie di punti fermi in questa tristissima vicenda: in primo luogo viene confermata la circostanza che Ciro intervenne su esplicita richiesta dei tifosi intrappolati nell’autobus in loro aiuto mentre stavano subendo un’ aggressione violenta da parte del De Santis e viene inoltre chiarito definitivamente che è la sua la mano che impugnava la pistola e che ha sparato uccidendo il povero Ciro».
Nella perizia biologica, infatti, evidenziano ancora i difensori della famiglia Esposito, è scritto a chiare lettere che «dalle tracce biologiche miste costituite da sangue ed altro materiale biologico, evidenziato sulle guanciole della pistola, sulla superficie posteriore zigrinata dell’impugnatura, sulla superficie zigrinata sinistra della culatta otturatore, sul grilletto e sul caricatore, sono stati estrapolati profili genetici multiallelici, riferibili a più soggetti, in cui appaiono nettamente maggioritari, e quindi chiaramente individuabili, i segnali allelici dell’indagato De Santis». «Tali conclusioni – spiega Pisani – consentono inoltre di escludere ab origine ogni possibilità di sostenere che il De Santis agì per legittima difesa, dal momento che lo stesso aggredendo violentemente i passeggeri del Pulmann in presenza di numerosissimi avventori diretti verso lo stadio non poteva non prevedere di doverne fronteggiare la reazione, affrontabile solo con la lesione dell’altrui incolumità».
FONTE Il Mattino
Articolo modificato 17 Set 2014 - 13:18