Un solo risultato domani, per chiudere una lunga estate complicata

“Squadra ancora più forte? Intanto cominciamo ad incoraggiare questa. A Napoli si deve guardare sempre tutto in negativo e non va mai niente bene. E si vorrebbe tutto e subito. Faremo buone cose appena i nuovi si integreranno ed avremo ritrovato autostima ed equilibrio”. Parola di Aurelio De Laurentiisla vittoria all’esordio in Europa League porta in dote ossigeno non solo a Benitez ed al suo gruppo, ma anche al patròn azzurro, alle prese con la prima vera, reale, contestazione nei suoi 10 anni di gestione azzurra.

Calma e gesso – I colpi del Chievo di Corini e Maxi Lopez come ganci alla mandibola, di quelli che il più delle volte ti mandano al tappeto privo di sensi. Panacea salvifica la sfida con lo Sparta Praga, Higuain e Mertens in grado, in parte, di lenire il retrogusto dei tanti bocconi amari ingurgitati a fatica in un estate 2014 da dimenticare. Promesse un po’ troppo altisonanti, un mercato senza nomi di grido, una Champions neanche annusata a dovere, se poi il Chievo porta via i tre punti alla seconda di campionato la fatidica crisi può apparire dietro l’angolo. Fortuna che al gran goal di Husbauer hanno risposto i due alfieri azzurri, due giocatori dalla qualità, la classe e perchè no, la personalità che lasciano il segno, arrivati in azzurro a margine di una campagna acquisti, quella si, davvero sontuosa, quella dell’anno scorso. Da campioni come il Pipita e il folletto di Leuven, dalla crescita di Hamsik e da un Callejon pronto a riprendere i suoi standard azzurri il Napoli deve ripartire, fortificando il centrocampo e registrando, definitivamente, la difesa. Calma e ponderazione, spalla a spalla, come vuole il tecnico spagnolo, perché la stagione alle porte ha tutto da raccontare, e il pubblico partenopeo può e deve essere l’arma in più per questo gruppo. Lasciandosi alle spalle una contestazione a dir poco prematura, conservando un sacrosanto diritto di critica.

Udine come trampolino – Chiudere quest’estate travagliata abbracciando un autunno, si spera, ricco di entusiasmo e soddisfazione. Partendo da Udine, dal Friuli in fase di restyling inoltrato. Da uno stadio che più volte non è stato clemente con gli azzurri. Dove spesso alcune stagioni sono state addirittura compromesse. Dall’eterna sfida con quel figlio di Napoli, Antonio Di Natale, che contro la squadra partenopea ha sempre vissuto sulle montagne russe, dagli hattrick ai forfait misteriosi. Da una sfida che dopo il passo falso di domenica scorsa non può conoscere alternativa ad una vittoria. Non sarà di certo semplice, ma questo collettivo ha tutti i mezzi per imporsi su qualsiasi campo, e l’uscita a vuoto casalinga contro i clivensi ha già assottigliato quei bonus da gestire in un’intera stagione.

Ciò che non mi uccide, mi fortifica affermava  Friedrich Wilhelm Nietzsche, un motto che la truppa di Rafa Benitez ha il dovere di fare suo. Lasciarsi alle spalle un’estate da incubo e tuffarsi in una grande stagione deve essere più di un imperativo. Il Napoli, alla faccia dei gufi e dei critici per partito preso, ne ha tutte le possibilità.

Edoardo Brancaccio

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