Trentacinque reti negli ultimi tre anni con Rayo Vallecano e Swansea in due categorie come la Liga e la Premier League di altissimo livello. Convocato in Nazionale maggiore, vanta in dieci anni di attività più di trecento presenze tra i professionisti, dalla giovane età di 18 anni. Insomma, non un giocatore qualsiasi. Il soggetto dell’analisi è l’azzurro Miguel Perez Cuesta, noto a tutti come Michu, tra gli acquisti più attesi della sessione estiva del mercato del Napoli ma che, per varie e diverse ragioni, sta fortemente deludendo le aspettative.
In estate si era parlato dell’arrivo sotto l’ombra del Vesuvio dell’attaccante, fermo da mesi per un brutto infortunio al ginocchio ed un risentimento alla caviglia che lo hanno tenuto fermo per buona parte della scorsa stagione, collezionando soltanto 24 presenze e sei reti con lo Swansea. Il 17 luglio viene acquistato dal club del presidente De Laurentiis con la formula del prestito con diritto di riscatto e subito aleggia intorno a lui un alone di mistero: non solo deve recuperare la migliore forma fisica ma anche il suo ruolo non è del tutto preciso. Da vice Higuain infatti, si dichiara più un trequartista con velleità offensive, un trequartista alla Hamsik insomma, che forse agli azzurri non serviva più di tanto.
In ritiro le perplessità aumentano: buon bagaglio tecnico, meno preparato fisicamente e tatticamente. Ma c’è l’attenuante dell’infortunio, non va dimenticato ed anche dell’ambientamento in Italia e con i nuovi compagni. In molti lo dicono: è lui quello ad avere più problemi di inserimento, è timido e non conosce la lingua, scoglio facilmente superabile considerando che la colonia spagnola a Napoli è ben rappresentata anche dallo stesso Benitez. Scende in campo nella pre season ma anche in amichevole non convince: lento, macchinoso, quasi timoroso. E ieri, a due mesi da quel periodo, i difetti riscontrati sembrano esattamente gli stessi.
Il tecnico azzurro gli concede una grossa chance, buttandolo nella mischia in quel di Udine al posto proprio di Hamsik, inizialmente a supporto di Higuain e poi più avanzato, sortendo persino effetti peggiori. Non è sembrato né in condizione fisica né in grado di reggere il peso dell’attacco partenopeo, in un momento fin troppo delicato della stagione, dove la squadra ha bisogno di carattere e concretezza. Sicuramente l’esser stato per tanto tempo lontano dal rettangolo verde di gioco incide in enorme parte: per tornare al top bisogna giocare con continuità e nel suo caso è difficile, chiuso dai fuoriclasse partenopei del reparto offensivo ma sorge spontanea una domanda: il Napoli ha fatto bene ad acquistare un giocatore che ha bisogno di tempo per un club che tempo non ne ha?
E’ proprio questo il problema: il vero Michu non è sicuramente il giocatore che abbiamo ammirato ieri, brutta copia dei vari Denis e Pandev passati non troppo tempo fa all’ombra del Vesuvio, ma al momento, sembra impossibile che riesca ad aiutare la truppa partenopea concretamente, lui che avrebbe bisogno di supporto tattico. Forse, in questo momento della stagione dove è vietato fallire per risalire la china, farebbe più comodo un giocatore come Duvan che continuare a sperimentare con Michu, in attesa che ritrovi la sua migliore forma fisica. Tornerà a brillare e magari convincerà, ne siamo certi: ma il Napoli non può permettersi il lusso di aspettarlo ancora.
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Articolo modificato 22 Set 2014 - 02:09