Fa parte degli indimenticati giocatori della storia recente del Napoli, di coloro che con professionalità e dedizione hanno scritto un pezzo importante dei primi anni del Napoli targato De Laurentiis, contribuendo alla rinascita della squadra. Sono passate sette stagioni e tante cose sono cambiate ma Ivano Trotta è sempre legatissimo a Napoli ed a Napoli così come lo sono a lui i tifosi sotto l’ombra del Vesuvio, in particolar modo per quel bellissimo gol contro il Frosinone in trasferta, un capolavoro di tecnica e precisione. E’ proprio l’ex azzurro a parlare con SpazioNapoli della squadra di Benitez, facendo il punto della situazione sul momento negativo dei partenopei e della crisi di risultati.
Ivano, quale credi siano la motivazioni della crisi di gioco e di risultati del Napoli di inizio stagione?
“Credo che la mancanza di risultati positivi e di continuità da parte del Napoli siano causati da un forte e profondo contraccolpo psicologico dovuto all’eliminazione inaspettata dalla Champions League a fine agosto che ha poi creato uno stato di delusione nella città e nei suoi tifosi. Tutto ciò, si sta ripercuotendo in maniera negativa sulla squadra e su Benitez, che al momento non riescono a rispettare le grandi aspettative di una piazza esigente e che, durante il ritiro di Dimaro, ha sentito parlare di Scudetto e grandi traguardi”.
Credi che il mancato arrivo di campioni quali Mascherano, Gonalons, Janmaat e l’addio di Reina possa aver oltremodo influito in un avvio di campionato fortemente in salita anche contro le piccole?
“Non credo che l’indiziato numero uno per il momento negativo del Napoli sia il mercato, sicuramente carente ma non negativo. La rosa è composta già da tanti campioni riconfermati in toto ed è impensabile pensare che i vari Callejon, Mertens, Higuain, Albiol, Rafael e compagni non riescano a vincere contro Udinese e Chievo Verona. Il maggior problema è sicuramente psicologico, manca attenzione e fiducia nei propri mezzi”.
Molti tifosi danno la colpa a Benitez per un deludente turn over o per un atteggiamento troppo morbido. Quali sono epr te le responsabilità del tecnico?
“Il dare la colpa sempre e comunque all’allenatore alla prima sconfitta fa parte della mentalità italiana. Fino ad un mese fa era osannato da tutti ed al centro del progetto, adesso non piace più ai tifosi ed non è più un vincente. Non bisogna dimenticare che Benitez è un allenatore internazionale che ha vinto tanto in giro per l’Europa con squadra blasonate in città ugualmente esigente. Bisogna vedere però, se l’ambiente ma soprattutto i giocatori credono ancora in quello che propone e bisogna far sì che rispondano fisicamente e tatticamente al meglio, visto che nelle ultime gare sono stati inclini ad errori davvero paradossali”.
Cosa dovrà fare il club partenopeo per uscire da questa crisi quanto prima?
“Per uscire da questa situazione bisogna in primis fare quadrato tutti insieme, tifosi, squadra, società e staff. Bisogna cominciare a pensare di riportare al massimo livello di forma fisica e mentale i propri campioni a partire dal capitano Hamsik che secondo me rimane il vero leader di questo Napoli. Ha l’azzurro nel cuore e nella testa, ha un attaccamento alla maglia davvero straordinario e con le sue qualità tecniche può e deve fare sempre la differenza, così come altri dei suoi compagni. Poi, serve l’apporto dei tifosi che è ineguagliabile. Adesso però, il pubblico partenopeo si sente tradito da tutti: così come succede in amore però, se l’amore è vero, tornerà in maniera ancora più travolgente”.
Alessia Bartiromo
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