Da idolo delle curve a causa, secondo alcuni, del brutto, bruttissimo inizio di stagione del Napoli: è questa la storia nel club azzurro di Rafa Benitez, allenatore di fama internazionale, sbarcato l’anno scorso a Napoli insieme a tante aspettative e buoni propositi. Dopo 4 anni passati sotto la guida di Mazzarri, per il Napoli e soprattutto per l’ambiente partenopeo, è stato difficile adattarsi al nuovo mister, alle sue innovazioni e al suo modo di vedere il calcio. Ma ben presto, partita dopo partita, tutto è diventato familiare e il Napoli ha disputato un’ottima Champions League, fuori nei gironi solo per la differenza reti, e un buon campionato, finendo la stagione al terzo posto. Gli errori in corsa non sono mancati, come i punti persi soprattutto contro le cosiddette “piccole”, che come sempre si sono rivelate delle bestie nere per il Napoli, che però si è consolato portandosi a casa la Coppa Italia. Dopo quella vinta nell’era Mazzarri ne è arrivata un’altra, che aveva però, un sapore completamente diverso.
La seconda stagione. Con i buoni propositi e gli ottimi risultati arrivati nella scorsa stagione, quella iniziata a settembre si pensava potesse essere quella decisiva, quella che avrebbe finalmente consacrato il Napoli a grande squadra; ma non è stato così. Le amichevoli pre campionato avevano dato buoni risultati, ma il primo esame non è stato superato dagli uomini di Benitez, sconfitti ed eliminati subito dalla Champions League. In campionato il Napoli è riuscito a cavarsela a Genoa grazie al gol al 95′ di De Guzman che ha regalato i soli tre punti guadagnati fino a questo momento. Sono arrivate poi due sconfitte con Chievo e Udinese e un pareggio contro il Palermo, che hanno spinto la squadra azzurra in una crisi profonda. L’ambiente ha iniziato quindi a mormorare, stanco di dover vedere partite buttate vie, e ha iniziato a dare la colpa a Benitez, ritenuto responsabile dei cattivi risultati arrivati e di un turn over forse troppo azzardato. Il buon gioco in campo c’è, forse ciò che manca a questa squadra è un po’ di convinzione. Ora Benitez si trova in una situazione delicata, così come tutta la squadra, che ha bisogno di riprendersi e di lanciare un forte segnale alla tifoseria, amareggiata e delusa.
L’accusa. Affidare tutte le colpe a Benitez, che non ha fatto altro che accettare quelli che erano stati i limiti imposti dalla società nella campagna acquisti è sbagliato, perché l’allenatore spagnolo è riuscito con il suo duro lavoro a rivalutare giocatori come Mesto e Fernandez, a far conoscere al mondo talenti come Mertens e a portare a Napoli campioni come Higuain. In questo momento così difficile, la squadra e soprattutto Benitez, hanno bisogno della fiducia dell’ambiente, e di lavorare in tranquillità, senza addosso quelle forti pressioni che in un momento del genere ci sono. Benitez non è la causa di questo pessimo inizio di stagione perchè la colpa non può essere affidata ad un singolo uomo ma è del gruppo, e quindi non ci sarà un solo uomo a riportare il Napoli a galla, ma sarà la squadra che, lavorando insieme, dovrà rialzarsi insieme anche alla propria tifoseria, che in momenti come questi, deve stare ancora più vicina alla propria squadra.
I commenti sono chiusi.