De Guzman ancora in ombra, ma qual è il suo vero ruolo?

L’inizio di stagione di Jonathan De Guzman è stato denso di ombre. L’olandese ex Swansea e Villareal nonostante sia risultato decisivo già in un’occasione (la vittoriosa trasferta di Genova), non ha ancora mostrato a pieno il suo potenziale. Ad agosto era stato presentato come quel giocatore che nel centrocampo del Napoli avrebbe dovuto dare quella qualità e quell’esperienza internazionale che fin qui erano mancate, ma è stato lo stesso calciatore a spiegare durante la sua presentazione che il suo vero ruolo fosse quello da trequartista, al massimo adattabile come esterno di destra e non quello di mediano.

Quello del trequartista, al dire il vero, non sembra essere però il suo ruolo ideale. Per giocare in quella posizione un calciatore dovrebbe essere lesto nel giocare palla al piede, veloce e bravo nei dribbling avendo magari precisione nei passaggi per servire i compagni. Caratteristiche che non sembrano essere nelle corde dell’olandese che invece ha mostrato di essere davvero temibile negli inserimenti: in questo fondamentale De Guzman è davvero efficace e la vittoria ai danni del Genoa ne è una lampante dimostrazione. In vari minuti di gioco non riuscì mai a rendersi pericoloso fino a quando poi non sbucò dietro la difesa genoana sfruttando un lancio lungo e portando così gli azzurri al successo. Altra dimostrazione di come si possano sfruttare al meglio le sue capacità l’abbiamo avuta nella gara contro lo Slovan Bratislava: De Guzman non ha fatto una gran gara, eppure è stato il giocatore più pericoloso, almeno nel primo tempo, arrivando in tre circostanze al tiro sbagliando clamorosamente. Bravo nello smarcarsi e nel farsi trovare libero e meno nel concludere a rete. Quando viene servito in profondità o a rimorchio riesce ad essere molto pericoloso, segno che la sua posizione ideale è quella di incursore, un po’ come lo era Blerim Dzemaili.

De Guzman, in definitiva, non sembra essere adatto per fare il rifinitore o il trequartista e probabilmente l’essere un “nomade” della mediana non ne accelera l’inserimento in squadra.  Il compito di trovargli il ruolo più congeniale in questo Napoli spetta all’allenatore, però questo fa emergere una serie di nuove domande: se il calciatore l’ha voluto Benitez perché lo aveva già visto e conosciuto, com’è possibile che dopo 2 mesi non gli abbia trovato un ruolo stabile in formazione? Facendo in questo modo non si rischia di ripetere un caso Hamsik? Non sarebbe meglio provarlo in un centrocampo a tre con lo slovacco e uno dei mediani? De Guzman è davvero un jolly o un errore di mercato?

Pasquale Giacometti

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