Ha costruito squadre vincenti con un budget spesso limitato. Ha avuto intuito nello scovare futuri campioni in quei giovani talenti che rispondevano ai nomi di Bojinov, Chevanton, Vucinic, Ledesma. E, dopo 4 qualificazioni in Champions League con la Fiorentina, continua a studiare calcio. Pantaleo Corvino è un dirigente serio e navigato, senza peli sulla lingua e forse proprio per questo inviso a qualcuno. Gli abbiamo chiesto un parere su questo inizio di stagione del Napoli, e le sue parole sono state tutt’altro che banali: “Il club partenopeo sta percorrendo una strada. De Laurentiis – racconta Corvino a SpazioNapoli – non è un guascone che spende e spande al calciomercato, ma crede nel suo progetto e lo porta avanti, infischiandosene delle critiche che gli vengono mosse”
Intanto il gap con Roma e Juve sembra essersi allargato.
“Credo sia un rischio calcolato. La Juventus ha creato una squadra forte spendendo tanti soldi una sola volta, qualche anno fa. La Roma lo ha fatto nello scorso calciomercato. Il Napoli al contrario, interviene dove ha bisogno di farlo. Preferisce aggiungere un tassello piuttosto che rivoluzionare. Sono due filosofie diverse, possono essere vincenti entrambe. Solo che nel caso di Juve e Roma, gli investimenti fatti obbligano a vincere. E se poi non succede possono esserci problemi di tipo economico”
Lo scudetto quindi se lo contenderanno loro?
“Al momento emerge questo. Vedo la lotta al vertice divisa in due tronconi: Roma e Juventus per il primo posto, Napoli e Fiorentina per il terzo. Con i giallorossi che hanno accorciato le distanze dai bianconeri, e i viola che hanno fatto altrettanto con il Napoli”
La critica partenopea nelle scorse settimane ha preso di mira soprattutto Rafa Benitez. E’ giusto mettere sotto accusa il tecnico spagnolo, reo di non sapersi adattare ai canovacci del calcio italiano?
“Benitez è un uomo di calcio, che nel calcio ha dimostrato più volte di saper vincere. E la sua bacheca canta: trofei importanti, altro che storie. No, pensare che Benitez non sia adatto al nostro calcio è impossibile. Dirò di più: ce ne fossero altri come lui in Italia, con la sua cultura sportiva. Con la mia Fiorentina battemmo il suo Liverpool in Champions. I miei giocatori non credettero ai loro occhi quando lui entrò nel nostro spogliatoio per complimentarsi”