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Dalle accuse dei tifosi ai dati di fatto, Walter Gargano sta stupendo tutti

Nella vita si può rispondere in due modi diversi alle critiche: facendo recchie da mercante o dimostrando che sono palesemente infondate. Soprattutto quando si ha la convinzione di avere ragione però, il primo metodo non funziona, anzi: fa accrescere una sana sensazione di rabbia, nel non riuscire a trasmettere ciò che davvero di è. Soprattutto quando ci si tiene a qualcosa, a mostrare il vero io, si reagisce al sopruso dando il massimo dimostrando il proprio indiscusso valore. Sarà proprio questo il ragionamento balenato nella testa di Walter Gargano in questi ultimi tre mesi azzurri, che non sono sicuramente stati semplici. Non solo in campo, con i risultati positivi che non arrivavano, il flop in Champions e le tante voci di mercato in estate ma soprattutto per l’ambiente che lo circondava, che gli ha sempre fatto mancare un elemento che nel calcio è il fulcro, la fiducia.

Che i tifosi partenopei non abbiano mai gradito le sue vecchie e vetuste dichiarazioni d’amore all’Inter nel momento del suo passaggio in nerazzurro è ormai cosa certa anche se lo sport ci ha abituato a frasi costruite e di circostanza per infuocare una piazza (Ibrahimovic docet). Ma il passato del Mota non è stato quello di San Siro: c’è stata anche una breve parentesi al Parma passata inosservata che lo ha fatto crescere e maturare, facendolo diventare un giocatore più completo nelle caratteristiche tattiche. A questo Napoli infatti, è molto utile, con caratteristiche diverse rispetto a David Lopez, Inler e Jorginho, più simile all’ex Behrami: grinta, carattere, pressing, quantità ed anche qualità al servizio dei compagni che, quando vicino hanno a disposizione anche due piedi buoni, possono fare la differenza.

Ma questo per i sostenitori partenopei non è mai stato abbastanza: preso di mira sin dalla prima apparizione in amichevole al “San Paolo”, è stato fischiato, preso di mira e persino insultato senza una reale motivazione. Spesso tra le curve aleggia il motto “Solo la maglia” eppure, l’uruguagio è stato additato come il peggior traditore. Non bastano le ottime prestazioni, la grinta dispensata in campo, non voler mollare mai anche quando si perde, il non rispondere mai alle provazioni anche quando contro il Torino per tutti i 94′ di gioco, in Curva è stato esposto lo striscione “77 togliti la maglia”. Ed il numero 77 è proprio lui, Gargano. C’è però chi l’applaude, chi lo sostiene, chi crede in lui. Ma ancora non tutti.

Ed ecco che arriva l’ennesima risposta per gli scettici: rifiuta di partire con la Nazionale uruguagia per allenarsi ancora a Napoli, per non stancarsi troppo per le amichevoli e rendere il massimo in campionato proprio contro l’Inter, l’oggetto dell’odio partenopeo nei suoi confronti. Un gesto davvero apprezzabile e non da tutti che confermano l’attaccamento alla maglia di un giocatore che sta facendo di tutto per ricucire il rapporto con quella frangia troppo estrema della tifoseria. Perché, in fondo, proprio tutti meritano una seconda possibilità.

Alessia Bartiromo
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Articolo modificato 8 Ott 2014 - 00:55

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