Domenica pomeriggio allo Juventus Stadium si è disputata quella che potrebbe essere ricordata come la partita spartiacque della nostra Serie A. Tutti sappiamo come è andata a finire, a maggior ragione che se ne sta ancora parlando. Le dichiarazioni di Pallotta tra ieri ed oggi, hanno placato i toni, che nelle scorse ore si erano alzati di parecchio, arrivando a colpire persino le presunte nuove aree vergini di Coverciano, con il tweet al veleno di Bonucci. Il massimo dirigente dei giallorossi, infatti, ha chiuso un capitolo fatto di tante parole, affermando come la sconfitta della sua Roma non sia poi così grave, visto che Totti e compagni hanno dimostrato di aver raggiunto il livello dei bianconeri.
La verità è proprio questa. Oltre ogni qualsiasi considerazione sull’arbitro Rocchi e sui presunti e tanto vituperati favori alla Juventus, domenica sera le due squadre capoliste hanno evidenziato di avere una marcia in più rispetto a tutte le altre contendenti di questa Serie A. Lo spettacolo che si è visto in campo non è stato molto edificante sotto il punto di vista del fair play, ma l’agonismo che Garcia e Allegri hanno affidato ai loro giocatori sembra essere esclusivo per queste due formazioni. Ad oggi, il campionato italiano è spezzato in due tronconi.
Seguendo l’andazzo dell’estate, l’unico undici in grado di tenere il passo delle prime due, sarebbe dovuto essere il Napoli, ma i problemi che ha incontrato Benitez da inizio stagione a qui, sono innumerabili. Senza stare a fare la lista delle piccole situazioni che hanno portato gli azzurri a meno 8 dalla vetta, è ben evidente che il gap tecnico con Roma e Juve si è allargato. Le tre vittorie consecutive che hanno portato a questa pausa di campionato, potrebbero essere viste come un ritorno alle vecchie speranze, ma dietro queste affermazioni, ci sono ancora tutte le incognite di una formazione non ancora pronta e completa per competere ai massimi livelli.
E’ senza ombra di dubbio giusto dire che il pareggio in casa contro il Palermo ha dato la scossa all’ambiente e la trasferta di Sassuolo è servita per ritrovare morale, ma gli emiliani, insieme a Slovan e Torino, non rappresentano un buon banco di prova per verificare quali siano le reali ambizioni di questo Napoli. I difetti, infatti, restano ancora vivi nella rosa di Benitez. Da una difesa molto perforabile alle prestazioni di singoli – vedi Higuain – che lasciano parecchio a desiderare.
Il Pipita ancora non è tornato dalle vacanze ed è forse con la testa ancora a Rio, su quel gol clamoroso sbagliato con la maglia della sua Argentina. Nel mese di settembre, è stata lui la grande assenza. La sua rabbia e il suo nervosismo sono i campanelli d’allarme di un giocatore che non ha trovato ancora la dimensione in questa stagione, ed è inutile ribadire che gli azzurri senza il miglior centravanti perdono la metà del potenziale offensivo.
La difesa poi è il vero tallone d’Achille per Benitez, ed è frustrate verificare di come i problemi della scorsa annata ancora non si siano risolti. Disordine e poca organizzazione dominano nell’aria di Koulibaly e di Albiol, una coppia che non ha trovato i giusti ritmi e la giusta quadratura. Il problema è che da inizio stagione, il Napoli solo in una occasione in campionato, a Sassuolo, ha concluso una gara a reti inviolate e se si pensa che questa competizione si vince subendo poche reti, allora il guaio è grande.
L’occasione dei partenopei al rientro è comunque ghiotta. Alle porte c’è il primo grande big match della stagione, contro l’Inter di Mazzarri a San Siro. I nerazzurri non sono certamente una nobile dell’attuale Serie A, ma una vittoria esterna in quel di Milano potrebbe spingere Hamsik e soci almeno verso le zone del terzo posto. Per questo motivo, uscire dalla Scala del calcio con i tre punti è quasi un obbligo per gli azzurri. L’affermazione in campo nemico sarebbe il giusto rilancio per una stagione di buoni risultati.
Dopo queste sei gare di campionato, sperare nello scudetto è pura utopia, ma l’andazzo delle stagioni non è facilmente prevedibile a metà ottobre. Certo è che Juventus e Roma hanno dimostrato di avere un altro passo, ma non bisogna nemmeno dimenticare che il Napoli l’anno scorso ha battuto entrambe. Il difetto da aggiustare per Benitez si chiama continuità. Con i giusti filotti di vittorie, ritornare a sognare non sarà impossibile, a patto che la squadra risolva insieme tutti quei piccoli e grandi difetti che hanno fatto disperare un intera piazza di tifo in questo caldo settembre…
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