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I tre temi di Napoli-Verona, tra gli obiettivi stagionali, la “cinquina” dello scorso anno e l’eterna rivalità

Napoli-Verona non è solo una sfida di calcio. È la storia di due popoli, quello partenopeo e quello scaligero, divisi da un’acerba rivalità. La storia di questa partita è ricca di sfottò, goliardia e talvolta vero e proprio razzismo tra le due tifoserie. È per questo che la sfida di domenica ha un sapore speciale.

RIVALITÀ – Talvolta il confine tra sfottò e razzismo è abbastanza sottile, soprattutto nel mondo del pallone, soprattutto in una nazione dove il presidente federale s’inventa una battuta infelice sui neri nel giorno della sua candidatura. È in questo clima che Napoli ed Hellas si affrontano. Le due tifoserie certamente non se le mandano a dire, malgrado le promesse fatte dopo la morte di Ciro Esposito. “Stop alla violenza nel calcio” era il motto a maggio. Un motto che al momento rappresenta, per il movimento italiano, un mucchio di parole campate in aria. Nonostante la trasferta sia stata vietata ai veronesi, la rivalità persiste, anche a distanza. Con i partenopei che al San Paolo accuseranno come al solito la “veronese” Giulietta di essere una donna di facili costumi, e gli scaligeri che al ritorno risponderanno incitando il Vesuvio ad eruttare. E pensare che a maggio parlavamo di tolleranza e di rispetto, perché in fondo è solo calcio. Il vero problema è farlo capire agli ultras delle due squadre.

EUROPA – Giovedì sera il Napoli sarà impegnato in Svizzera, sul campo dello Young Boys. L’impegno potrebbe sottrarre energie agli uomini di Benitez, il quale dovrà scegliere attentamente come dosarle. Ma l’Europa è anche l’obiettivo stagionale delle due squadre. Il Napoli ha intenzione di scalare la classifica e conquistare il terzo posto valido per la Champions, il Verona insegue ancora quell’Europa League sfumata lo scorso anno. Entrambe le squadre, tuttavia, arrivano da una prestazione infelice. La rinascita deve partire da qui.

LA CINQUINA E LA PRIMA GIOIA DI INSIGNE – Lo scorso anno il confronto tra Napoli e Verona è stato nettamente in favore degli azzurri. La sentenza è stata durissima per il Verona: i partenopei si sono imposti per 3-0 al Bentegodi e per 5-1 al San Paolo. A Verona il protagonista di giornata fu Lorenzo Insigne, che segnò la rete del 2-0 interrompendo un digiuno che in campionato durava dall’aprile del 2013. A Fuorigrotta invece, in un San Paolo deserto a causa degli incidenti del 3 maggio, il divario fu ancora più imbarazzante. La cinquina rifilata dai partenopei agli scaligeri fu il frutto di una partita dominata in lungo e in largo. Eppure, il Napoli aveva già una volta segnato cinque reti all’Hellas, nel 1985. Quella gara è stata tramandata ai posteri per un gol di Maradona, che infilò il portiere del Verona con un pallonetto da lunga distanza.

Napoli-Verona è ricca di storia, ma incarna anche lo spirito violento del calcio italiano e non a caso le due tifoserie sono considerate tra le più pericolose in circolazione. Questa gara ha un sapore speciale per tutti. L’importante è che resti “soltanto” una partita di calcio.

Vittorio Perrone

Articolo modificato 21 Ott 2014 - 15:39

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Vittorio Perrone