Il tifoso, in quanto tale e soprattutto se napoletano, è passionale di natura. E se da qualcuno di loro, voleste ascoltare un commento quanto più vicino alla realtà, non chiedeteglielo mai nelle ventiquattro ore successive alla partita. Nel bene e nel male infatti, il risultato ottenuto dal Napoli, stravolgerà il loro parere. A mente fredda però la situazione cambia e ci si rende conto che ci sono due categorie di tifosi, gli ottimisti e i pessimisti, così come perfettamente emerso dal post partita contro l’Inter
BICCHIERE (MEZZO) VUOTO. I pessimisti sono i più numerosi o forse i più rumorosi. Quelli che, quando mancano cinque minuti al fischio di inizio, parlano ancora del mercato fallimentare di questa estate. Le loro più che idee, sono dogmi. Rafael non è Reina, non ha il carisma dello spagnolo e non si può puntare su un estremo difensore così giovane e senza esperienza (anche se ha esordito a vent’anni nel Santos, una delle squadre brasiliane più importanti, vincendo da titolare tre trofei). La retroguardia non è all’altezza e si sa che, soprattutto in Italia, vince chi prende meno goal. Koulibaly è giovane, deve crescere e anche se nelle ultime partite è stato lui il pilastro della difesa, non basta. Albiol non è il giocatore visto lo scorso anno e forse è stato sopravvalutato. Il centrocampo è da sempre il punto debole degli azzurri e non è stato rinforzato. Lopez non ha mai giocato in grandi squadre, quindi non può giocare nel Napoli e con il ritorno di Gargano è stato fatto un passo indietro di tre anni (cosa importa se può essere utile alla squadra). In attacco, abbiamo finalmente giocatori forti, ma: Callejon è tornato ad essere un calciatore fenomenale che andrà sicuramente via il prossimo anno; Higuain è in crisi e nervoso perché è scontento e demotivato; Hamsik soffre il modulo di Benitez e la presenza del Pipita; Insigne gioca in un ruolo a lui non congeniale e soffre il dualismo con Mertes; il belga è un grande giocatore, ma fa la differenza solo a partita in corso (però se non viene schierato dal 1′, giù con le critiche). Le cessioni di Behrami, Dzemaili e Pandev (che pure fanno fatica nelle squadre in cui giocano attualmente) sono state sbagliate. E Benitez? E’ un grande allenatore, ma non è adatto al calcio italiano e non motiva la squadra come dovrebbe. E’ evidente quindi che Roma e Juventus sono nettamente più forti degli azzurri (prima ancora di iniziare, il campionato era già finito) che dovranno lottare con Milan, Inter, Fiorentina, Lazio e, stando alla classifica, Sampdoria per confermare il terzo posto. Già, la Champions è un obiettivo da raggiungere assolutamente altrimenti, il prossimo anno, c’è il rischio di perdere tutti i grandi calciatori e di intraprendere un’altra stagione anonima senza investimenti.
BICCHIERE (MEZZO) PIENO. Gli ottimisti restano però ben saldi e presenti, anche se in minoranza. Hanno una convinzione: bisogna fare di necessità virtù e cercare di trarre il massimo da tutta la rosa a disposizione (hai visto mai che “questo è l’anno buono”). Rafael deve sentire la fiducia di tutto l’ambiente. Benitez lo ha voluto fortemente (e lo volevano anche Inter e Roma), consapevole che sarebbe bastato un anno al fianco di Reina per farlo crescere ed ambientare. Il tecnico crede nelle qualità dell’estremo difensore brasiliano che deve soltanto scrollarsi di dosso il fantasma di un leader unico quale Reina e con l’aiuto dei compagni e dei tifosi, ci riuscirà. Il Napoli ha tra le mani il portiere del presente e del futuro. La difesa deve essere registrata ma Koulibaly ha tutte le doti e le qualità per diventerà un grande difensore: forza fisica, capacità di anticipo e una buona dose di carattere. Deve essere sgrezzato, ma a questo ci penserà il tecnico. Britos potrebbe rivelarsi più utile del previsto e magari essere rivalutato, come è stato fatto con Fernandez. Albiol tornerà quello di prima, sta semplicemente attraversando un momento ‘no’. Lopez è stato un acquisto indovinato, non è un centrocampista da salto di qualità ma sta dimostrando di poter dire la sua nella mediana azzurra. Gargano, per fortuna è tornato: un giocatore grintoso e continuo come lui, mancava tanto a questo Napoli. Jorginho non deluderà le attese e le aspettative riposte al suo arrivo. In attacco non abbiamo nessun problema e se Michu tornasse quello che ha segnato diciannove goal in Premier, ne vedremo delle belle. Benitez è il miglior tecnico che potesse capitare, anche lui fa degli errori, ma allenatori del suo livello e della sua esperienza possono soltanto far cresce la squadra ed il club. Juventus e Roma sono sulla carta più forti del Napoli, ma il campionato è lungo e gli azzurri non devono partire sconfitti. In alternativa (e che alternativa) c’è sempre l’Europa League. Non è sicuramente una competizione facile, ma Benitez è pur sempre il “re di Coppe” ed una eventuale vittoria permetterebbe di accedere direttamente alla prossima Champions League.
LA GIUSTA MISURA. La verità si sa sta nel mezzo, così come la critica oggettiva. Ai lati c’è il pessimismo più nero e l’ottimismo più roseo. Bisogna solo decidere da che parte stare. Certo, la cosa migliore e più giusta è cercare di analizzare le cose con obiettività, ma quando si è emotivamente coinvolti, è molto difficile farlo. Allora meglio spostarsi verso le estremità e quando si tratta di calcio e di Napoli, non ci sono dubbi, spesso ci si schiera lì dove è tutto nero e negativo. Se di essere equilibrati (come dovrebbero essere la critica e l’informazione) i tifosi partenopei, proprio non vogliono saperne, non sarebbe male se qualche volta si guardasse il lato positivo, ancor prima di quello negativo. Il disfattismo non porta mai infatti da nessuna parte. Criticare è un dovere e un diritto e si sa che la critica onesta e costruttiva può far solo crescere. Ma perché in questa città si è convinti che per costruire bisogna sempre e soltanto distruggere?
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