Una partita da dimenticare, l’ennesima in una prima parte di stagione che ha fortemente ridimensionato le prospettive di un gruppo che si presentava ai nastri di partenza di quest’annata con proclami e ambizioni nettamente diverse. Quella dello Stade de Suisse di Berna è la classica sfida in cui risulta complesso anche trovare il fatidico bicchiere mezzo pieno, in tanta mediocrità a palesare nuovamente tanta, troppa, inadeguatezza è stata la solita fragile fase difensiva azzurra, apparsa costantemente in affanno anche dinanzi alla quinta forza del campionato elvetico. Il peggiore in campo della sfida di questa sera è Raul Albiol, il pretoriano di Rafa Benitez chiamato a guidare il quartetto difensivo partenopeo.
Irriconoscibile – L’involuzione perenne vissuta dal difensore ex Real Madrid è ormai un male cronico degli azzurri. Che Kalidou Koulibaly, nonostante la giovane età e l’esperienza, avesse ormai saldamente preso le redini della retroguardia partenopea era più di una semplice valutazione, questa sera si è tramutata in un paradigma inconfutabile. Il difensore della Roja è apparso in costante balìa degli avanti svizzeri. Con tutto il rispetto per Horau, Steffen, Kubo ed il subentrato Bertone clienti non certo scomodissimi in linea di principio. Ma a Berna questa sera dal principio si è passati ai fatti, che hanno visto la retroguardia azzurra barcollare in maniera impietosa con tutti i suoi elementi, in prima linea un Albiol che da guida si è tramutato in un naufrago disperato. Troppo morbido su Gajic sul goal del vantaggio elvetico, primattore della banda del buco per il raddoppio dello Young Boys. Nel mezzo tanta incertezza aggiunta ad amnesie inaccettabili. Chiedersi che fine abbia fatto il vero Raul Albiol è lecito, ottenere una risposta sarà essenziale per provare ad invertire la rotta di una stagione che ad oggi presenta già fin troppe magrissime figure.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 23 Ott 2014 - 21:44