E’ proprio così che dovrebbe essere ogni domenica di campionato. Soleggiata ma fresca, ricca di calcio, sorprese ed emozioni. Di quelle che ti lasciano maturare sempre di più la consapevolezza di quanto sia bello il calcio, questo calcio e di quanto ogni giornata possa inaspettatamente regalare un pezzetto di semplice ma pura felicità. In fondo, anche la vita è così: niente è facile, spesso si sbaglia e si cade ma bisogna avere la forza di rialzarsi. Non sempre la si ha, non sempre emerge nel momento giusto. Quando è presente qualcuno che ti sprona e ti sostiene però, risulta tutto più facile ed è lì che ti rendi conto che sei forte, e vuoi dimostrarlo a tutto e tutti.
E’ così che dovrebbe essere ogni domenica, con le aspettative di un viaggio al “San Paolo”. L’abbraccio con gli amici di sempre, due chiacchiere azzurre, sogni e speranze di ciò che p0orterà la sera. Il templio è lì, che ti fissa inesorabile, in attesa di essere consacrato dai suoi guerrieri. E tu piccolo resti a fissarlo, perché, dopo tutto, è sempre bellissimo, è sempre la tua casa. All’ingresso sono stati i bambini che si apprestano a vivere una serata diversa, forse magica. Tantissime le maglie azzurre a Fuorigrotta, le sciarpe, l’entusiasmo. Ma quello vero, non diffidente o cinico degli ultimi tempi. Perchè il vento sta per cambiare, nonostante lo stop di Berna, nonostante il silenzio stampa indetto ai giocatori nel pre gara.
Inizia la gara e purtroppo il copione è sempre lo stesso: passano 40”, neanche un minuto e già si infrangono le speranze dei presenti. Ma il Napoli c’è, pressa, reagisce, crea, con il 75% di possesso palla a favore. Niente. Ma il pubblico non si spazientisce, applaude, incita i propri beniamini ed in particolar modo quell’Higuain che non trova il gol dallo scorso Aprile. Lo chiama a gran voce due volte e lui risponde. Due applausi a testa bassa e via di nuovo a correre e scattare. E qualcosa poi, davvero cambia. Prima Hamsik, poi Nico Lopez ed ancora Hamsik. Pari e patta.
Ma il “San Paolo” è diverso, il Napoli è diverso e non può essere la solita domenica infernale. A renderla unica, indimenticabile sarà proprio il Pipita: finalmente risponde ai cori ed agli applausi con un gol, poi con un altro ed un altro ancora nel finale, intervallati da una perla di Callejon. Ma gli applausi sono per tutti gli azzurri, da Maggio e Rafael, da Insigne ad Albiol, con lo spagnolo che sembra finalmente tornato quello dello scorso anno. Non è una domenica come le altre, è la domenica della rinascita alla quale però, dovrà seguire un mercoledì da leoni ed un sabato ancora da top team.
A fine gara Higuain alza al cielo il pallone dell’hattrick e dalla Curva si solleva un boato. Sembra di essere alla finale della Coppa del Mondo o già proiettati a Doha per la Supercoppa del 22 dicembre. Invece, era solo un normale pomeriggio del 26 ottobre, all’ottava giornata di campionato, che in una sestina ha fatto dimenticare problemi, ansie e preoccupazioni. Quel ruggito, così come quello di Hamsik e del Napoli che si abbraccia dopo ogni gol, è il magnifico simbolo di una giornata per molti indimenticabile. Perchè, al di là del risultato e dell’umiliazione ai danni di un Verona sportivamente e socialmente da sempre ostile, il Napoli è finalmente tornato a rappresentare al meglio la sua città: fiera, orgogliosa, mai doma, grintosa e coraggiosa. Ma soprattutto ambiziosa e pronta a rinascere ancora mille e mille volte. Sin prisa y sin pausa, tutti insieme.
Alessia Bartiromo
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Articolo modificato 27 Ott 2014 - 18:15