Domandarsi se è meglio vincere 1-0 o 6-2, è un po’ come chiedersi se sia nato prima l’uovo o la gallina. E’ tutta una questione di filosofia calcistica che continua e continuerà a dividere la critica e che probabilmente non troverà mai una risposta. La questione si è riproposta all’indomani della straripante vittoria del Napoli contro il Verona, che ha evidenziato tutti i pregi ed i difetti della squadra di Benitez, sintesi di un attacco stratosferico ed una difesa ballerina.
Il reparto offensivo degli azzurri con 16 goal segnati è il secondo migliore attacco della Serie A, insieme con la Juve e dopo il Milan. Higuain, Callejon, Hamsik, Mertens, Insigne hanno dimostrato ancora una volta che possono segnare e fare la differenza in ogni momento ed in ogni partita. Il reparto difensivo con 11 goal subiti è invece la quinta peggior difesa del campionato. Insomma, l’attacco costruisce e la difesa disfa. Ma non è soltanto una questione di qualità di uomini, ma di mentalità. Rafa Benitez vuole una squadra che faccia un grande possesso palla ed in grado di fare anche solo un goal in più dell’avversario. E’ un’idea di calcio ambiziosa ed internazionalistica quella del tecnico che trova riscontro nei numeri: in 66 partite sulla panchina del Napoli, gli azzurri hanno segnato 118 goal e ne hanno subiti 71. Una squadra quindi fortemente votata all’attacco che raramente vince segnando una sola rete e senza subirne altrettante.
Ed è qui che secondo alcuni risiede il vero problema del Napoli. Si ritiene infatti che una squadra di questo tipo e con queste caratteristiche non potrà mai vincere il campionato italiano. Gli scudetti si costruirebbero attorno alla difesa: chi prende meno goal, si appunta il triangolino tricolore sul petto. Ma facciamo parlare ancora una volta i numeri. Negli ultimi dieci anni le squadre che hanno vinto il campionato, hanno subito dai 20 ai 34 goal e ne hanno segnato dai 67 agli 86 (l’Inter di Mancini, campione d’Italia nella stagione 2006/2007, ne subì 34 e ne segnò 86). Dunque, la squadra di Benitez risulta essere perfettamente il linea con questi dati (anche per quanto riguarda la differenza reti): la scorsa stagione, gli azzurri ne hanno segnati 77 e subiti 39. Juve e Roma sono però riuscite e fare un’annata ancor più straordinaria, offuscando i risultati degli azzurri (80/23 e 72/25, le reti segnate e subite rispettivamente). A fare la differenza sono quindi il numero delle sconfitte e dei pareggi, perché ciò che conta è portare a casa i tre punti: tutti i mezzi, purché leciti, sono ammessi.
Annamaria Iovino
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Articolo modificato 28 Ott 2014 - 13:32