Gennaro Tutino, talento della Primavera azzurra ed ora in prestito al Vicenza, si è raccontato in esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com ripercorrendo tutte le sue esperienze in azzurro. Ecco tutte le sue dichiarazioni: “Qualcosa sta cambiando a Napoli con i giovani. Negli ultimi anni il vivaio ha prodotto giocatori come Lorenzo e Roberto Insigne, Sepe che gioca in Serie A con l’Empoli, ma anche Ciano, Izzo e Nicolao. Tanti calciatori in prestito in società importanti di Lega Pro e Serie B e questo è un segnale importante”. Gran parte del lavoro di valorizzazione dei giovani è affidato dall’anno scorso a Gianluca Grava, ex capitano del Napoli: “Mi ha saputo dare consigli sia quando giocava sia adesso da responsabile del settore giovanile. In campo era molto carismatico. Sa sempre come gestire le situazioni, conosce bene l’ambiente: è una presenza importante”.
Settore giovanile, ma anche prima squadra: in allenamento certi nomi…“Cavani ad esempio mi ha impressionato soprattutto per la sua professionalità. Una volta provavamo degli schemi di manovra a partire dal portiere e finiva che segnava sempre lui: in tutti i modi, De Santis si scocciava parecchio…”.
I tempi di Mazzarri: “Già, volevo mettermi in mostra e una volta scartai due volte Behrami. ‘Non ci riprovare’ mi disse, però lo feci ancora e allora entrò duramente. Intervennero anche Cannavaro e Grava, ma con Valon ci chiarimmo subito, figurarsi: lui è uno che non molla un centimetro nemmeno in partitella ed è giusto così. C’è solo da imparare”.
Una crescita condivisa con Lorenzo e Roberto Insigne, fratelli con il Napoli nel cuore come lui. “Non è facile essere profeti in patria. Lorenzo è un ragazzo forte e già in queste ultime partite, come anche contro il Verona, ha dimostrato di essersi ripreso alla grande. Momenti no possono capitare”. Ne sa qualcosa Paolo Cannavaro, giocatore al quale Tutino è legatissimo: “Era il capitano della prima squadra ed un punto di riferimento per noi ragazzi. Spesso ci dava consigli su come affrontare le partite”.
Da un capitano, all’altro. “Hamsik? Fino a qualche tempo fa lo vedevamo tutti come un ragazzino. E’ cresciuto tantissimo. E’ molto carismatico al contrario di quello che si pensa. E’ il capitano e si fa sentire sia con la squadra che con i giovani. Sul campo fa paura, si ferma anche più tempo del necessario a provare i lanci. Ha ritrovato finalmente il gol al San Paolo e sono felice per lui. Callejon invece mi ha insegnato a colpire la palla in un modo particolare, per angolare meglio la traiettoria”. Una stagione per il Napoli, cominciata al di sotto delle aspettative: “La rosa è competitiva. I risultati negativi possono essere stati anche frutto della delusione per il mancato approdo in Champions. Già col Verona però si sono visti segnali di ripresa”.
E Rafa Benitez? “E’ un grande allenatore dallo spessore internazionale. Con la Primavera avevamo cominciato ad adottare gli stessi metodi di allenamento e lo stesso modulo con il quale giocava la prima squadra. Dedica la maggior parte del tempo al lavoro con la palla. Sa lavorare con i giovani, li sa valorizzare. A Dimaro, ad esempio, mi sgridò perchè ero lezioso a centrocampo e in area provavo troppo la giocata. Mi disse: ‘Sei un talento, ma così ti rovini. Devi essere concreto, non strafare…”.
Articolo modificato 28 Ott 2014 - 17:49