Rafael Cabral Barbosa, per tutti solo Rafael, ha compiuto 24 anni lo scorso maggio. Considerando che i portieri brasiliani – basti pensare all’ultimo esempio del genere, Julio Cesar – hanno una maturazione a volte più lenta rispetto ai colleghi di altri Paesi, l’estremo difensore azzurro è nel pieno del processo che lo porterà, e ci prendiamo tutte le responsabilità delle nostre parole, ad essere tra i migliori al mondo.
Non lo è ora, questo è altrettanto certo. Eppure Rafael nello scorso campionato si stava imponendo alla grande tra i pali del Napoli: dopo il brutto esordio al San Paolo con l’Udinese, era stato impiegato nella decisiva partita di Champions League contro l’Arsenal a Fuorigrotta, e intanto nelle stanze del club azzurro veniva deciso il suo destino: sarebbe stato lui il titolare, quest’anno. Si sapeva già allora che trattenere Pepe Reina sarebbe stato difficilissimo, ma il Napoli aveva fiducia in Rafael ed era ricambiato: in quella maledetta notte di Swansea, prima dell’infortunio al legamento, aveva tenuto il Napoli a galla con tre parate a dir poco miracolose. Ma la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio è forse l’infortunio più brutto che possa capitare ad un giocatore, a maggior ragione se portiere: fa perdere esplosività, agilità, reattività. Tutte caratteristiche che Rafael possiede, e che deve ritrovare con il tempo: la guarigione clinica non equivale a tornare immediatamente come prima.
Lo vedete quando è in campo? Si tuffa sempre con un attimo di ritardo, la stessa cosa succede quando deve uscire dai pali: non ha nelle gambe (in quella destra operata soprattutto, che è poi anche il suo lato naturale) la forza di reagire tempestivamente ai tiri e ai cross degli avversari. Stare lontano dai campi per tanto tempo poi, per un portiere, significa perdere padronanza della posizione, aspetto fondamentale per chi occupa quel ruolo. Con il senno di poi, si può dire che il Napoli ha fatto forse un errore di valutazione: magari darlo in prestito per una stagione, anche ad una squadra straniera che non avesse troppe pretese, poteva consetirgli di recuperare la miglior condizione senza troppa pressione. Ma tant’è: il club ha deciso diversamente, e ora bisogna avere pazienza. Perchè il vero Rafael, statene certi, non è quello che stiamo vedendo in questo scorcio di stagione. Migliorerà, gli serve solo tempo. Scommettiamo?
Articolo modificato 30 Ott 2014 - 21:40