Passato contro presente, capolista contro inseguitrice disperata, esperienza contro talento, Roma contro Napoli: Morgan De Sanctis e Rafael Cabral sono pronti a scendere in campo domani al “San Paolo” per difendere le rispettive porte, consci di giocare un ruolo determinante nel big match della decima giornata di campionato. Destini che si intrecciano, ricordi indelebili per entrambi all’ombra del Vesuvio: il brasiliano è l’estremo difensore titolare della squadra di Benitez è alla seconda stagione in azzurro, mentre il giallorosso ha disputato all’ombra del Vesuvio ben quattro stagioni, dal 2009 al 2013, con Mazzarri come guida. Due modi quasi opposti di interpretare il proprio ruolo ma soprattutto un passato calcistico molto diverso rendono questa sfida ancor più interessante e difficile da giudicare, considerata l’età dei due protagonisti con Rafael classe 1990 e De Sanctis del 1977.
PIRATA MORGAN. Arrivato a Napoli dopo l’esperienza tra Siviglia e Galatasaray ricca di luci ed ombre, Morgan De Sanctis ha scritto una fetta importante della storia del club di De Laurentiis, mettendo in cassaforte una coppa Italia e due qualificazioni Champions. Bellissimo da sempre il suo legame con la piazza partenopea, soprattutto per un grandissimo attaccamento alla maglia che lo ha sempre contraddistinto. Un vero istrione dentro e fuori dal campo, è amico di tutti, punto di riferimento per la squadra e per un reparto che presenta tanti limiti tecnici ma che riesce a funzionare bene quando unito. Colleziona 147 presenze in maglia azzurra e 156 reti al passivo, con un modo di interpretare il ruolo del portiere sicuro e spavaldo, sia con le mani che con i piedi. Il 25 luglio del 2013 viene ceduto alla Roma a titolo definitivo ma anche in questo caso si supera: acquista un’intera pagina di un noto quotidiano sportivo per salutare i tifosi partenopei, spendendo per loro sempre belle parole. Alla Roma è da subito amato dal popolo giallorosso, blindando la difesa nello scorso campionato: in un anno e due mesi, ha infatti collezionato 43 presenze e solo 24 reti subite.
DAL BRASILE CON FURORE. Seconda stagione in azzurro per Rafael, anche se la scorsa è stato poco impiegato, vice di un’eccellenza assoluta del ruolo quale Pepe Reina. Nonostante la sua giovane età ed un palmares di tutto rispetto con ben una coppa Libertadores, tre campionati, una Coppa del Brasile ed una Recopa Sudamericana già all’attivo, quando chiamato in causa ha sempre sorpreso tutti palesando grinta, carattere e decisione anche in gare complesse e dal carattere internazionale. Nel suo miglior momento però, la sfortuna non lo assiste. Il 20 febbraio del 2014 nella trasferta di Europa League contro lo Swansea, in una normale uscita in presa, si rompe il legamento crociato anteriore destro. Campionato per lui finito e tanta amarezza. Nonostante ciò stringe i denti e brucia i tempi: a fine giugno è già pronto per il pre ritiro e per prendere il posto dell’ormai partente Reina, confermandosi perno inamovibile anche della Nazionale brasiliana. Si assume le responsabilità del caso, suona la carica ma le sue prestazioni sono ancora al di sotto delle aspettative, poco aiutato da una difesa azzurra troppo altalenante, distratta ed in fase di rodaggio. A lui il compito di contrastare le folate di Totti, Florenzi, Destro, Gervinho e soci, palesando autorevolezza e sicurezza soprattutto nelle uscite. Le grandissime qualità che avevano piacevolmente colpito i più sono ancora lì: sta a lui ritrovarle e ripresentarle proprio in un big match, scacciando via le paure di un infortunio ancora ben presente nella memoria e che lo limita psicologicamente ancora tantissimo.
Passato contro presente, talento contro esperienza, Napoli contro Roma: chi la spunterà domani al “San Paolo”? Solo al risultato del campo l’ardua sentenza. Noi ovviamente, tifiamo per Rafael.
Alessia Bartiromo
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Articolo modificato 31 Ott 2014 - 10:36