“È dispiaciuto per il rigore, ma se lui ha fiducia io sono tranquillo. La sua rabbia deve essere indirizzata per giocare meglio e fare più gol“. Sibillino Rafa Benitez in conferenza stampa, il soggetto è chiaro: Gonzalo Higuain, l’atleta che l’allenatore madrileno ha preteso nel caldo luglio del 2013 per il suo progetto, per il primo Napoli del post-Cavani. Parole che sanno di profezia quelle della conferenza di ieri, detto fatto ed il Pipita è protagonista assoluto nella sfida del San Paolo, terminale offensivo di una squadra splendida, che schianta una Roma che lascia Fuorigrotta con tante certezze in meno e con un dato di fatto: in Serie A c’è una squadra in grado di annichilirla totalmente nel corso dei ’90 di gioco, non era accaduto neanche al Juventus Stadium.
Non è da questi particolari… – Il pari di Bergamo è stato amarezza allo stato puro, un rimpianto sorto dopo aver afferrato con convinzione tre punti voluti e meritati, per poi vederli scivolare tra le mani. Quell’errore dagli undici metri avrebbe potuto lasciare in tanti strascichi pericolosi, soprattutto nell’economia di una stagione che non è iniziata nel migliore nei modi, in tanti ma non in Higuain. Un trascinatore assoluto, un vincente cresciuto e maturato alla casa blanca, dove vincere è un imperativo categorico. Benitez non aveva dubbi e c’era da fidarsi oltremodo, il risultato è stato limpido come acqua sorgiva.
Cuore e classe – Apre e chiude la sfida contro i giallorossi, ma tra il piccolo capolavoro in torsione con cui supera De Sancits al terzo di gioco e l’assist morbido per l’inserimento di Callejon c’è una prestazione rotonda, solida, quella che si chiede ad un puntero del suo calibro in sfide d’alta classifica, dall’elevatissimo coefficiente di difficoltà. Non solo sempre pronto ad alternarsi tra affondi e giocate al servizio dei compagni, ma anche un lavoro encomiabile in fase di non possesso come richiesto dal tecnico. L’argentino non si è risparmiato per tutte le due frazioni di gara, chiamato spesso a schiacciarsi in marcatura sulla temutissima mediana romanista. Qualche piccola mancanza nel killer istint che in tanti vorrebbero come una sentenza, come nell’azione in cui si fa ipnotizzare dall’ex portiere azzurro dopo un assist da favola di un Lorenzo Insigne formato nazionale(il C.T azzurro tenga drizzate le antenne, ma non abbiamo dubbi). Minuzie nell’arco di una partita strepitosa, ma dalle quali emerge un quadro chiarissimo: Higuain, come tutta la squadra, ha ancora margini di crescita e miglioramento. Non resta che sedersi comodi, questa stagione appena agli inizi ha ancora giornate magnifiche come queste da regalare.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 1 Nov 2014 - 20:45