Farsi trasportare dai sentimenti, a volte, può essere anche un toccasana, una scelta giusta. Ad esempio: come potrebbero i tifosi del Napoli non essere soddisfatti ed ottimisti dopo l’incredibile prova offerta dagli azzurri al San Paolo contro la Roma e dopo i 7 punti conquistati nelle ultime tre gare? Fin qui tutto giusto.
Tuttavia, era appena il 23 ottobre quando, dalla lontana (nemmeno troppo) Berna, sembrò arrivare un chiaro messaggio: il Napoli è in crisi profonda. Pochi punti in campionato, una sconfitta inaspettata in Europa League contro lo Young Boys, ma soprattutto un gioco inesistente ed una “cazzimma” invocata a parole da Gokhan Inler, ma non tramutata in fatti sul terreno di gioco.
Ed ora? Cosa è successo a distanza di 12 giorni? I commenti dei tifosi sono totalmente cambiati, così come quelli di una parte della stampa. La domanda che mi viene in mente è: il Napoli era quello di inizio stagione o questo? Forse, e metto me in prima linea, nei giudizi siamo stati troppo affrettati, come sempre.
La mia speranza, per non dilungarmi troppo, è una sola: che Napoli cresca come città, come pubblico e soprattutto migliori la sua mentalità, perché quando Benitez invocava l’ormai famoso “spalla a spalla” non diceva una eresia. Napoli, con il volere e l’impegno dei napoletani, può andare lontano, ma nelle difficoltà bisogna fare quadrato e non sparare a zero. Nel calcio e nella vita di tutti i giorni…
Antonio De Filippo