Dodici mila: è stato questo l’esiguo numero di spettatori che hanno assistito a Napoli-Young Boys. Pochi, troppo pochi per provare a spiegare questa cifra con lo scarso appeal che ha l’Europa League. Perchè il dato di ieri sera è in tendenza con quello stagionale. E fa paura.
NESSUNO STIMOLO – Il San Paolo sa essere l’arma in più del Napoli se vuole. Abbiamo spesso assistito a partite in cui il pubblico è stato determinante ai fini del risultato. E senza voler tornare indietro di 30 anni, quando il numero degli abbonati superava le 50 mila unità e per trovare un biglietto bisognava pagare oro. Le cause di questo distacco di una parte consistente del pubblico dal tempio di Fuorigrotta sono numerose. In relazione alla stagione in corso, bisogna mettere al primo posto il calciomercato, che non ha soddisfatto i tifosi. Sembra banale, ma la spinta che sarebbe potuta arrivare dall’acquisto di anche solo uno dei pezzi da novanta accostati al Napoli, avrebbe rappresentato la molla da far scattare in tal senso. Eppure contro l’Athletic Bilbao, alla prima uscita stagionale, il club partenopeo andò vicino al sold out: oltre 50 mila i presenti al San Paolo che fischiarono la squadra in difficoltà contro i baschi. Da quel momento in poi c’è stato un lento, ma inesorabile regresso. Si poteva invertire il trend con la Roma, ma non è successo: anche nella gara di sabato scorso, c’erano larghi vuoti sugli spalti. I prezzi dei biglietti possono incidere fino a un certo punto. Quelli del Napoli sono in media con il campionato italiano, e in Europa League restano costanti rispetto alle passate stagioni.
FATTORE STADIO E BIGLIETTI – Un’incidenza importante, in questa analisi, va cercata anche nella struttura ormai fatiscente che è diventato il San Paolo. Uno stadio ben al di sotto degli standard europei sui quali si è assestato il Napoli. Da quando si è tornati a viaggiare al fianco degli azzurri, abbiamo potuto ammirare e studiare impianti nuovissimi e incredibilmente belli, come l’Emirates di Londra, l’Allianz Arena di Monaco, il Signal Iduna Park di Dortmund, l’Ethiad Stadium di Manchester; ancora, impianti anche vecchi, ma ciclicamente rinnovati e portati a standard di eccellenza, quali lo Stamford Bridge di Londra e l’Anfield Road di Liverpool. Ma questo, si sa, è un problema tutto italiano. Solo lo Juventus Stadium, e vi possiamo assicurare che è l’unica cosa da invidiare ai bianconeri, raggiunge le caratteristiche degli stadi sopra citati. Al San Paolo è un problema anche andare in bagno. E per il gentil sesso siamo ai limiti del divieto. Poi c’è il problema biglietti. Troppa burocrazia nella vendita dei tagliandi ha allontanato – e anche in questo caso non è solo un problema del Napoli – tanti tifosi da Fuorigrotta. Il divieto di vendere gli stessi biglietti nel giorno della partita, è l’apice di questa piramide burocratica. Cosa succederà? Di una cosa possiamo esser certi. Se il Napoli, in questa stagione, riuscirà a lottare concretamente per obiettivi importanti, il grande pubblico tornerà al San Paolo. Ma il problema sarà solo rinviato.