Garanzia non è sinonimo di top-player. Lo sa bene Rafa Benitez che, seppur in parte insoddisfatto dell’ultima sessione di mercato, ha puntato basso ma ha preteso di essere accontentato. Tra i tanti nomi in circolo nei primi caldi mesi dell’anno compariva a sorpresa un poco conosciuto Kalidou Koulibaly. Il giovane colosso francese aveva messo in luce le sue doti nella già passata esperienza al Genk. Un fisico possente che domina la difesa, ma longilineo che facilita i movimenti e le ripartenze. Ordinato, sicuro e propositivo. Rafa non ebbe dubbi, su di lui la scelta immediata del tecnico spagnolo.
Non solo una promessa. Era il lontano primo luglio e nessuna sirena scomponeva la difesa della scorsa stagione. Al giovane centrale difensivo sarebbe spettato un posto in panchina e briciole di partite da guadagnarsi. Poi la partenza di Fernandez e la scelta di Benitez di volersi fidare ciecamente. Sarebbe stato lui a fare le veci dell’argentino, supportato da un Albiol sempre più convincente, nonostante il malcontento della piazza. Una strada spianata apriva la stagione del neo ventitreenne, che in campo ha saputo da subito mettersi in mostra. La timidezza e la riservatezza che lo contraddistinguono nella vita privata non rispecchiano di certo quel testardo e prestante difensore visto finora. La corsa, non considerata di certo una caratteristica dominante del francese, si è invece rivelata una piacevole sorpresa. Protagonista dei blocchi difensivi azzurri nei calci piazzati e nelle ripartenze avversarie. Il fisico statuario fa di lui un elemento portante del reparto arretrato, tanto da fare gli straordinari.
Stakanovista Koulibaly. Incredibili i numeri che lo vedono protagonista: 15 delle 16 gare ufficiali della rosa partenopea hanno visto la presenza dal primo minuto di gioco dell’ex Genk, per un totale di 1350’ in campo e una rete messa a segno contro il Palermo. Decisivo non solo nella fase difensiva, abile colpitore di testa e predominante nelle rare cavalcate in cui si è reso protagonista. Rafa Benitez non riesce a farne a meno, catalogandolo perno del gruppo e vero leader. E non sarà stata la sicurezza di Albiol a spronare il francese, che si è guadagnato il posto da titolarissimo scavalcando le gerarchie. Facilitato dai cambi di ruolo repentini delle passate esperienze, da esterno difensivo a schermo difensivo, ha imparato a sfruttare al meglio le sue doti fisiche e a leggere alla perfezione le richieste di Rafa. Quella difesa ancora imprecisa, che solo nelle ultime due gare non si è lasciata sorprendere, ha bisogno di migliorare e bilanciare i numeri di un attacco invece sublime, ma i gol incassati da inizio stagione raramente l’hanno visto complice. Non sarà un top-player, ma è lui l’acquisto top della scorsa estate.
Una certezza garantita per Benitez. Sorride Kalidou e sorride Napoli che, dopo Mertens e Callejon, torna a ringraziare quell’uomo venuto dalla Spagna, pronto a regalare alla piazza ancora piacevoli sorprese.