Non è frequente nella vita di ognuno provare più dolore per la consapevolezza della gravità di ciò che ci è appena capitato piuttosto che per l’infortunio in sé, magari potresti urlare talmente forti sono le fitte che ti arrivano dalla parte che ha subito il danno, ma la mente è il luogo più disperatamente colpito da un qualcosa che non può essere anestetizzato, l’obbligo a dover stare fuori per cause non volontarie, un esilio forzato dovuto al fato, ad un intervento maldestro, ad un difensore troppo rude oppure chissà a cos’altro ci si possa appellare. Ne sa qualcosa il buon Lorenzo Insigne, che ieri pomeriggio a dovuto saggiare il suo primo grave infortunio a certi livelli, un precedente che mai si vorrebbe inaugurare ma che nella carriera di un calciatore purtroppo è molto frequente, soprattutto quando gli impegni sono tanti e la muscolatura è messa a dura prova dal minutaggio a cui vengono sottoposti, corsa, allungamenti, e consequenziali movimenti innaturali che alzano le possibilità dell’infortunio.
Tenendo fede alla rubrica “qui fu Napoli” di questa settimana, ci siamo permessi di scomodare un infortunio che nulla ha a che vedere con quello capitato al ragazzo di Frattamaggiore, ma che riporta alla memoria storica l’evento che all’epoca sconvolse il mondo pallonaro, perché a subirlo fu uno dei calciatori più estrosi che il panorama mondiale potesse offrire a quei tempi, il giovane Diego Maradona, con ancora addosso la maglia blaugrana. Alla quarta giornata di campionato della stagione ’82-’83, il Barcellona incontra l’Athletic Bilbao. Sul risultato di 3-0, Maradona subisce un fallo brutale dal difensore basco, Andoni Goikoetxea Olaskoaga, un intervento talmente cattivo che si parlerà di “goicocidio“.
L’ intervento causa al campione argentino la perdita del 30% della mobilità della caviglia sinistra e lo terrà lontano dai campi di gioco per circa 6 mesi.
E’ il più grave infortunio della carriera del “El pibe de oro“, uno scossone terribile che avrebbe potuto compromettere il cammino di un predestinato, un uomo tagliato per stare in campo che viene “violentato” da un intervento di cui il “macellaio” di Bilbao mai troverà un benché minimo pentimento, del resto non ebbe di che risentirsi nemmeno due anni prima, quando anche a Schuster lasciò un pessimo ricordo di sé, mettendo a repentaglio anche la sua di carriera. Dopo un intervento delicato e un lungo periodo di terapie, Maradona recupera dall’infortunio. Il Pibe de Oro “sopravvive” al tackle di quello che il Times definisce il difensore più cattivo di tutti i tempi.
Ma la sorte, si sa, è sempre in vena di scherzi, è stata capace addirittura d’inventarsi di accoppiare nuovamente le due squadre, Barcellona e Atletico Bilbao, nella finale di Coppa del Re, quale migliore occasione per giocare la carta della vendetta. Diego, dopo i primi calcetti e provocazioni, risponderà con altrettanta cattiveria ai calciatori in maglia biancorossa, al punto di scatenare una rissa da bar, volgare quanto incresciosa, soprattutto se accade in un rettangolo di gioco e durante una finale per una coppa così “politica” come quella nazionale. Giorni dopo Maradona chiederà scusa al re Juan Carlos che non biasimerà il comportamento del pibe, addirittura facendolo passare come comprensibile dopo aver subìto un precedente ben noto a tutti. Una giustificazione poco “reale” ma tanto nazionalista che forse ha alimentato l’ennesima crepa nel rapporto con i baschi di Spagna, di cui il Bilbao è sempre stato stoico esempio di rappresentazione.
Ciò che interessa è che Diego si riprese alla grande e divenne il numero uno, che Insigne possa ripercorrere le orme che il suo maestro, qualche decennio prima, ha calcato anche quando si è trattato di dover recuperare da una batosta tremenda come quello di un lungo stop a causa di un grave infortunio. In gamba Lorenzo, è capitato anche ai più grandi di cadere e di rialzarsi più forti di prima.
Ecco le immagini dell’intervento killer di Goikoetxea su Maradona, successivamente la rissa nella finale di Coppa del Re dell’anno successivo:
http://youtu.be/uNAn3ojgUNY