Una rivoluzione gentile. Rafa Benitez si sa, non fa sconti a nessuno. Oltre agli uomini, anche alle sue idee. Così, dopo una Champions sfumata e un avvio di campionato più che balbettante, il tecnico spagnolo giunse ad un bivio della sua stagione e chissà, della sua esperienza italiana. Continuare col suo credo tattico o modificare qualche aspetto pur di ritornare a volare? Ci pensò a lungo Don Rafè, prima di prendere carta e penna e riscrivere il futuro del Napoli. Base del suo gioco il suo 4-2-3-1, unico ed inconfondibile, ma con una versione avanzata, una sorta di 2.0. Meno piedi buoni e più legna in mezza al campo, niente più anarchia tattica per il trequartista e tanto lavoro per gli esterni, vero segreto di ogni sua squadra. Tre ruoli, tre movimenti per tre uomini diversi. Il numero perfetto il tre, quello che ha permesso al Napoli di ritornare a volare.
MEDIANO D’OBBLIGO – Tanta fantasia e poco equilibrio. Un oltraggio per chi, come Rafa, della perfetta sintonia di queste due qualità ne ha fatto il suo “way of life“. E allora meno qualità ma un mediano in più in mezzo al campo così da aiutare la difesa e avere chi morde la caviglia senza sosta. Il resto è storia risaputa: il Gargano ritrovatosi al San Paolo tra fischi e mugugni, è ritornato ben presto il guerriero della mediana azzurra mentre David Lopez, arrivato a Napoli nell’indifferenza generale, si è dimostrato uno degli acquisti più indovinati. Fisicità e personalità, passando per un’importante intelligenza tattica. Il mix ideale per trasformare il gregario ex Espanyol a padrone del centrocampo.
LA DUTTILITA’ DI HAMSIK – Oltre all’innesto di un mediano però, Benitez ha cambiato e non poco la fase passiva della sua squadra. Ok la difesa alta e i movimenti sincronizzati dei due centrali di centrocampo, ma sempre più fondamentali sono diventati i movimenti di Marek Hamsik. Lo slovacco, libero di muoversi su tutto il fronte d’attacco durante le manovre offensive, compie tanto lavoro oscuro in fase di ripiegamento. Infatti, soprattutto nelle sfide con Roma e Fiorentina, con l’indietreggiamento dello slovacco il Napoli è passato ad un centrocampo a tre, una vera e propria svolta durante l’era Benitez. David Lopez vertice basso di un triangolo completato da Jorginho e proprio da Hamsik. Coperture preventive ed aggressività, il segreto della ripartenza dei partenopei in campionato passa anche da qui.
L’IMPORTANZA DELLE ALI – Un centrocampo compatto e roccioso, aiutato dalla corsa continua dei trequartisti. Ebbene, proprio loro sono il punto di forza e il punto di snodo nelle idee di Rafa Benitez, i giocatori chiave sia in fase difensiva ma soprattutto in fase offensiva. Ragion per cui, con il centrocampo a tre in fase passiva supportato dalla gran corsa di Callejon, l’esterno sinistro, ricoperto da Mertens fino a gennaio in attesa di rinforzi, ha modificato i suoi movimenti. Meno corse all’inseguimento dei terzini ma una piccola sosta pochi passi dopo il centrocampo, così da mantenere la giusta lucidità e la resistenza ideale per scatenare le “solite” ripartenze micidiali. Benitez lo sa, ecco perchè il suo prototipo tattico lanciato al San Paolo gli piace sempre di più. Con la speranza che, nonostante le defezioni, i risultati arrivino e la vetta si avvicini a suon di gol, quel vecchio difetto al quale il Napoli proprio non vuol rinunciare.
Sabato Romeo
RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo modificato 15 Nov 2014 - 12:35