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Difficile descrivere le sensazioni con le quali gli azzurri sono giunti a questa sosta. Da un lato l’entusiasmo per una squadra che ha ritrovato la fatidica quadra, dall’altro lo sconforto, doveroso, a causa della sorte che malevola ha deciso di accanirsi su Lorenzo Insigne. Il talento di Frattamaggiore mai così protagonista in azzurro, finalmente in grado di fare la differenza con continuità, costretto ai box da un destino che neanche le Parche più sadiche e accanite avrebbero potuto disegnare.

Osare – Un miscuglio di sensazioni che però porta a un solo, unico, filo conduttore. Tutti, dalla società, al tecnico passando per il gruppo, hanno il dovere di crederci fino in fondo, perché quanto raccolto fino ad ora rappresenta solo un leggero antipasto rispetto alle ricche portate che quest’annata ha da offrire a questo progetto. Crederci però significa prendere atto di quanto è stato anche sbagliato fin’ora, cercando di correggere il tiro in maniera definitiva, a tutti i livelli. Il fronte presenta avversari indubbiamente competitivi, ma che hanno a più riprese mostrato i propri limiti. Nulla di invalicabile, semplici vette da scalare con ardore e caparbietà.

Mai più – Sarà necessario evitare gli incidenti di percorso, le battute d’arresto contro Chievo e Palermo, ad esempio, rappresentano veri e propri macigni nell’economia di un campionato che ad oggi avrebbe potuto destare una classifica ancora più ambiziosa. Già da domenica prossima, contro il Cagliari di Zdenek Zeman, gli azzurri sono chiamati a dimostrare che le due settimane a ritmi forsennati, calcio spumeggiante e cattiveria agonistica, sono stati tutt’altro che un’eccezione. Demolire le piccole, prima di dare spettacolo in incontri da smoking. Le premesse sembrano comunque indurre all’ottimismo. Rafael passo dopo passo sta tornando ai livelli che tutti si attendono dal brasiliano classe ’90, la difesa si mostra solida, guidata da un Koulibaly che ad oggi rappresenta senza alcun dubbio il miglior acquisto dell’intera Serie A nell’ultima sessione di mercato. Il duo in mediana Jorginho-David Lopez è un connubio di qualità, ordine e quantità. Il reparto offensivo azzurro non ha bisogno di presentazioni, pesa, però, il grave infortunio di Insigne, e qui arriviamo al secondo, fondamentale, punto di questa analisi.

Obbligo – Questa prima parte di stagione è stata palesemente caratterizzata da un fatto ineluttabile: la prima vera, grave, spaccatura, tra ambiente e società dall’avvento di De Laurentiis alla guida del Napoli. Il motivo è presto detto, una campagna acquisti non proprio da far tremare i polsi, sebbene i nuovi innesti abbiano dimostrato – e continueranno a farlo – tutto il proprio valore. Ora la società dopo il grave stop del numero 24 partenopeo ha un dovere, trovare un sostituto di spessore, che possa permettere ricambi giusti a un Benitez che freme dalla voglia di scrivere qualcosa di indimenticabile in azzurro. Un degno ricambio per Lorenzo e un innesto adeguato in difesa, ad arricchire l’out mancino che vede Zuniga costretto a lottare con quel ginocchio che non gli concede alcuna tregua e che a breve sarà orfano di Ghoulam, diretto verso la Coppa d’Africa. Minimo sindacale ma che non lascerebbe nulla d’intentato.

Osare come imperativo, dalla scrivania al rettangolo verde, e gli orizzonti di questa stagione potranno regalare scorci che a molti apparivano impossibili da ammirare.

Edoardo Brancaccio

 

Articolo modificato 15 Nov 2014 - 21:08

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Scritto da
redazione