Benitez e Zeman, “scontri” e “confronti” tra due tecnici d’attacco

Il campionato è pronto a rientrare nel vivo dopo un week end di sosta per gli impegni delle Nazionali. Domenica pomeriggio tornerà in campo al “San Paolo” il Napoli che affronterà un Cagliari da sempre bestia nera di Hamsik e soci. Quella contro i sardi è una gara molto sentita dalle due parti, non solo per il peso di tre punti che potrebbero ancora smuovere la classifica ma anche e soprattutto per un rapporto di certo non idilliaco tra le tifoserie. Nonostante ciò, si paleserà una sfida nella sfida molto più interessante, quella tra i di tecnici, Rafa Benitez e Zdenek Zeman.

CONTESA DIALETTICA. Se sul campo i due allenatori si sfidano per la prima volta, sul piano dialettico si sono già scontrati diverse volte: argomento del contendere, Lorenzo Insigne. La posizione dell’attaccante di Frattamaggiore, nel modulo di Benitez,  è stata al centro di molte discussioni che hanno chiamato in causa il suo mentore, Zdenek Zeman. Il tecnico boemo che ha svezzato e fatto crescere il talento napoletano, ha sempre sostenuto che Insigne a causa del suo fisico, non potesse occuparsi anche della fase difensiva e percorrere troppi metri in campo arrivando poi lucido sottoporta: “Per me il modulo di Benitez lo penalizza e se deve rincorrere i terzini avversari si stanca inutilmente, con me non ha mai recuperato palla. Lui ha grandi doti negli ultimi 30 metri“, l’ultima stoccata dell’attuale allenatore del Cagliari. “Tutti i giocatori di livello devono saper fare la fase anche difensiva. La serie A non è come la B, qualcuno non lo ha capito“, la risposta immediata e non tanto velata di Benitez che ha continuato sulla sua strada. Anche a dispetto dell’entourage del giocatore, il tecnico spagnolo infatti, come hanno dimostrato le ultime gare, ha fatto di Insigne un giocatore completo e tatticamente indispensabile. Benitez 1 – Zeman 0.

CONTESA TECNICO-TATTICA. Spostando la sfida sul campo diventa tutto ancora più interessante: a livello di filosofia di gioco infatti i due allenatori non sono così distanti. Il 4-3-3 è la ‘coperta di Linus’ di Zeman: si inizia da un portiere bravo con i piedi, una squadra in grado di fare pressing e capace di giocare sempre palla a terra, presenza di un playmaker che imposti l’azione, mentre i due mediani devono essere pronti ad appoggiare una fase offensiva caratterizzata dalla presenza di due ali continuamente in movimento ed una prima punta mai statica. Il 4-2-3-1 è invece il modulo che caratterizza le squadre di Benitez. Così come il boemo, anche lui ama avere un estremo difensore con i piedi buoni e bravo ad iniziare le azioni. Nel suo centrocampo però non è prevista la presenza del “classico” regista, i due mediani devono essere  bravi ad impostare e fare possesso palla, ma devono anche  interdire e proteggere la difesa. La squadra deve fare pressing ed essere corta e compatta, pronta a mettere in moto i quattro giocatori avanzati che devono saper muoversi su tutto il fronte offensivo.

STESSA FILOSOFIA, MA…La miglior difesa è l’attacco” così in definitiva si può sintetizzare il loro credo calcistico. Ed è proprio da questo punto di vista che spesso Benitez è stato paragonato all’ex tecnico del ‘Foggia dei miracoli’. Un allenatore che in Italia è considerato il massimo rappresentante del calcio bello, divertente ma “squilibrato”: tutti all’attacco e difesa lasciata in secondo piano. “Le squadre di Zeman non vincono ma fanno divertire i tifosi… avversari“, una delle massime che circolano nel mondo del pallone nostrano, a seguito delle sconfitte spesso corpose che subisce. “Peccato” che questo non valga per il tecnico spagnolo, che nelle squadre da lui allenate ha sempre conquistato almeno un trofeo, con un calcio divertente e vincente. Benitez 2 – Zeman 0. La parola adesso passa solo al campo.

Annamaria Iovino

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