La duttilità tattica e la versatilità in campo hanno rappresentato due degli elementi più caratterizzanti dell’avventura azzurra di Rafa Benitez. Il tecnico madrileno ha da sempre prediletto la scelta di calciatori capaci, all’occorrenza, di mutare la propria vestibilità calcistica per offrire un margine di scelta più ampio e donare imprevedibilità alla squadra.
Un leitmotiv che ha permeato anche il mercato dall’avvento dell’ex Liverpool sulla panchina azzurra. Ne è un esempio Jonathan De Guzman, centrocampista arrivato in estate dallo Swansea, via Villareal. L’interrogativo tattico e la fama di “jolly”, hanno accompagnato fin dalle primissime ore l’avventura azzurra del calciatore olandese il quale, però, non è ancora riuscito a mostrare la capacità di rendere alla stessa maniera in più ruoli del campo, aspetto che evidentemente Benitez considera primario.
“La mia posizione naturale è quella del trequartista”. Queste le sue parole alla presentazione ufficiale in maglia azzurra il 25 agosto. Una dichiarazione di intenti ben chiara, mitigata comunque dalla volontà e dallo spirito di abnegazione del ragazzo che prontamente aggiunse: “Ho parlato con il mister della posizione in cui vorrei essere impiegato, ma giocherò dove lui vorrà affinché possa essere più utile alla squadra; che sia da trequartista oppure da mediano”.
Parole che sembrano rispecchiare in maniera coerente i suoi primi passi in azzurro. Dopo l’avvio sprint, da subentrante contro il Genoa, che regalò un’emozionante vittoria agli azzurri alla prima giornata, l’olandese ha intrapreso un tortuoso peregrinare tattico che l’ha visto districarsi, con alterne fortune, in svariate zone del campo. Sebbene nelle ultime stagioni abbia giocato soventemente in un centrocampo a due, in particolare nello Swansea di Michael Laudrup, De Guzman ha dato il meglio di sé in azzurro giocando proprio nella posizione di trequartista centrale per la prima volta contro lo Young Boys ad inizio novembre. Passo da rifinitore, capacità di inserimento e di lanciarsi in verticale, fiuto del gol e cinismo: c’è tutto nella partita che lo consacra eroe di serata con una tripletta, il pallone portato casa ed una identità tattica finalmente tangibile agli occhi di tutti.
Non la fascia, quindi, né la mediana: la trequarti è apparsa la zona di competenza dove rendere al meglio. De Guzman, però, dovrà tornare a rimettersi alla volontà di Benitez e alle esigenze della squadra, orfana sulle fasce di due pezzi da novanta quali Insigne e Mertens. Appare lui il maggior indiziato a ricoprire la fascia sinistra, in una delle vesti tattiche del Napoli, la più probabile, nell’imminente quanto delicato impegno casalingo contro il Cagliari.
Una partita che potrebbe segnare una svolta nell’avventura azzurra di De Guzman, che ha l’occasione di mettere in luce quella duttilità tanto declamata e che potrebbe trasformarlo in un elemento imprescindibile e non solo di passaggio nel Napoli. Se i personaggi erano in cerca di autore in un celebre dramma di Luigi Pirandello, De Guzman appare alla ricerca di un ruolo. Dunque, puro trequartista e quindi solo ricambio naturale di Hamsik? Oppure importante pedina, polivalente e interscambiabile da sfruttare indistintamente in più posizioni? Come sempre, al campo l’ardua sentenza.