Riparte il campionato dopo la sosta della nazionale, riparte il consueto appuntamento ripercorrendo le gare del passato azzurro in relazione alla sfida che gli azzurri dovranno affrontare. Contro il Cagliari è, come sempre, una gara che nasconde insidie che vanno al di là dell’aspetto puramente sportivo. I riflessi degli ultimi decenni sembrano aver perso la vena poetica che le sfide precedenti custodivano intrinseche negli aspetti più intimi di uno sport che era solo aggregazione e pura passione sportiva. La mente ci riporta quindi ad una sfida del lontano 1975, era il 9 novembre ed il campionato recitava la sua quinta giornata d’andata, gli azzurri venivano dalla disfatta di Verona, i rossoblù dalla sconfitta di misura in casa contro la Juve, più che un buon motivo, quindi, per tentar di conquistare l’intera posta.
Non è più il Cagliari dello scudetto nonostante il bomber Riva mantenga alto gli scudi e trascini il gruppo fino all’inverosimile, ma Luisito Suarez promette almeno il minimo sindacale, una salvezza che alla fine il Cagliari non raggiungerà, nonostante il cambio in corso con Mister Tiddia, il Napoli, dal canto suo, con Vinicio in panchina e Savoldi, Massa, Juliano aveva più di una chance per proseguire la scia della scorsa stagione, ovvero competere per il primo, storico tricolore, la malasorte e qualche defiance di troppo porteranno il gruppo al raggiungimento di un dignitoso quinto posto, con la soddisfazione di vincere almeno la Coppa Italia, che all’epoca significava partecipare alla Coppa delle Coppe, trofeo esclusivo per le vincitrici della coppa nazionale. Quella partecipazione liberò di fatto un posto in Coppa Uefa che fu assegnato al Cesena, per la prima volta in Europa.
Veniamo al match, subito maschio, iniziato a ritmi forsennati, da ambo le parti. Il Napoli mette in chiaro di essere in giornata di grazia, ma a freddare i bollenti spiriti ci pensa Riva, che su calcio piazzato da circa venti metri, disegna una parabola ad effetto che Carmignani può soltanto accompagnare con lo sguardo, 0-1 inaspettato, vuoi vedere che è una gara di quelle….? Nient’affatto, la gara prende tutt’altra piega, il gol cagliaritano sembra un ulteriore stimolo per gli azzurri per cercare di violare la porta del pur bravo Copparoni, che in più occasioni rimanda il pareggio azzurro, ora smanacciando la conclusione di Juliano, abile come sempre ad inserirsi in fase offensiva, ora di Savoldi, ansioso di timbrare il cartellino come da prassi per un bomber di razza.
Succederà ad inizio ripresa, pochi minuti in campo, grande azione giostrata da Pogliana, che serve Boccolini, il quale pennella al centro per l’accorrente Savoldi, spizzata di testa per lo stacco imperioso di Massa, che con una spettacolare rovesciata mette a segno non soltanto il gol del pari, ma un vero e proprio gesto eroico di rara bellezza, probabilmente il più bello della sua carriera. Tripudio sugli spalti, gara che si mette decisamente in discesa per il Napoli, forcing asfissiante e manovre rapide a compromettere la diga difensiva alquanto fragile dei sardi, le occhiatacce di Suarez dalla panchina la dicono lunga su quanto avrà da riferire ai propri calciatori il tecnico sudamericano, soprattutto dopo che da un calcio di punizione magistralmente battuto da Juliano, la palla ad effetto raggiunge la testa di Savoldi che impatta perfettamente fino a rendere imprendibile la parabola che si spegne nell’angolo basso del portiere rossoblù. Vantaggio meritato, Orlandini e Braglia sono imprendibili, il Napoli non perde tempo e chiude il match al 35′, grande azione corale che coinvolge quasi metà squadra, il terminale della splendida manovra sarà ancora Savoldi, che firma una doppietta fondamentale, almeno per il morale in vista del proseguo di stagione. 3-1, servite pure il dessert.
Saranno 14 le reti del bomber azzurro, che finirà dietro al vincitore Pulici, centravanti del Torino campione d’Italia, Bettega e Graziani, quattro centravanti di alta scuola che oggi difficilmente si vedono sui campi di calcio, ognuno con caratteristiche e capacità tecniche diverse ma che compongono il prototipo dell’attaccante perfetto. Napoli bello, brillante e cinico, una squadra che, se puntellata a dovere, avrebbe forse raccolto qualcosa in più di un dignitoso piazzamento e la coppa nazionale.
Ecco le immagini del match: