Una partita per cuori e spalle forti, un campo in cui era limpido che alla truppa di Rafa Benitez niente sarebbe stato regalato. La Sampdoria ha imbastito un vero e proprio campo di battaglia, da dove gli azzurri escono con un punto che se da un lato attesta che il livello delle prime in classifica forse è ancora difficile da mantenere, dall’altro riesce nella coda a regalare un po’ di morale. Gli azzurri non sono mai riusciti con continuità a scardinare la retroguardia di Mihaijlovic, in avanti, nelle difficoltà, tanto ha pesato l’ennesima serata no di Marek Hamsik, lo slovacco è il peggiore in campo della sfida di stasera.
Cattive abitudini – Ormai, purtroppo, il copione sta diventando trito e ritrito, un po’ come quei film visti e rivisti all’infinito, di cui conosci le battute a memoria. Purtroppo lo spettacolo in questione è di quelli da dimenticare, l’uomo chiave che manca all’intelaiatura azzurra, la discontinuità – difetto che in piccolo ha sempre palesato – che ormai sta diventando costanza. Per tutto l’arco della sfida resta intrappolato tra le linee della compattissima squadra di Mihaijlovic, i compagni di reparto – con poca fortuna – provano ad incidere, Marek a parte sprazzi davvero saltuari, non è mai della partita. Si nasconde nel vero senso della parola, invece di uscire allo scoperto contribuendo nel portare questo gruppo allo step che in tanti si auspicavano, ma che i fatti dimostrano quanto sia ancora lontano.
In una partita dura come quella del Ferraris la zampata del leader è la panacea di tutti i mali. L’Hamsik dei bei tempi sapeva, più con i fatti che con le dichiarazioni, con goal ed assist, trascinare i compagni, dote che al numero 17 azzurro manca da troppo, troppo tempo.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 1 Dic 2014 - 23:59