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Illusioni di mercato, quando il miraggio dei soldi di Corbelli fece promettere l’acquisto boom

Ci sono annate che nascono sotto una cattiva stella, te ne accorgi sin da subito, quando nei momenti topici succede qualcosa che non ti saresti aspettato soltanto perché qualcuno è stato capace di disegnare nel cielo stellato della fantasia da tifoso un affascinante schizzo di rara bellezza, che ti proietta verso obiettivi nascosti nel cassetto dei sogni. Svegliarsi e cadere, ignaro, nell’amara realtà dell’illusione è ciò di più brutto possa accadere ad un tifoso innamorato dei propri colori, ed è un’esperienza che qualche tifoso napoletano potrà ricordare attraverso la rubrica consueta “qui fu Napoli” che ripercorre gioie e dolori della lunga cavalcata azzurra. Anno del signore 2000/2001, il Napoli è ai margini della promozione dalla B dopo la maledetta retrocessione, Walter Novellino è in procinto di portare in trionfo la squadra, che annovera tra le proprie fila cavalli di razza quali Schwoch, Stellone, Asta, insomma gente di esperienza e in grado di sostenere le esigenze di una piazza come quella napoletana. Novellino, poi, è abituato ai fatti, a non scendere a compromessi con chicchessia, amante del concreto e nemico delle false promesse.

Il vero aneddoto fuorviante per la società azzurra arrivò con la comparsa di Giorgio Corbelli, proprietario dell’impero Telemarket, colosso delle televendite e imprenditore rampante ai margini del successo, pronto ad affiancare Ferlaino per la rinascita azzurra del nuovo millennio, affare che fa gola ai napoletani e che viene visto come presagio di un nuovo futuro che cancelli gli errori del passato e che proietti il Napoli verso le posizioni che merita. A promozione acquisita si scatena la lunga querelle relativa al primo versamento di danaro fresco in società, 50 miliardi delle vecchie lire, utili a risanare le pendenze della gestione Ferlaino e a programmare una campagna acquisti faraonica, altri 50 sarebbero dovuti arrivare come seconda tranche a completare l’ingresso in società del baffuto imprenditore. A gestire l’eventuale “lista di lusso” della campagna acquisti azzurra ci sarà Gigi Pavarese, direttore sportivo con comprovata esperienza nell’ambiente, affiancato da Alessandro Moggi, figlio d’arte, consulente di mercato ad hoc per bussare alla porta dei campioni.

I nomi che si faranno per far sognare la platea azzurra appartengono al firmamento dei campioni di quel tempo, si parlerà di un clamoroso ritorno di Gianfranco Zola, 33 anni all’epoca, che i dirigenti partenopei contattarono per sondare il terreno, ma la risposta fu un due di picche, magic box” ringraziò ma preferì restare a Londra, osannato e venerato come un grande idolo, entrato di diritto nella “Hall of Fame” del calcio britannico. Si fece addirittura il nome del franco-liberiano George Weah, 34 anni, anche lui da un anno al Chelsea, ex fulmine del Milan, che entra in orbita azzurra soprattutto grazie allo sponsor tecnico, la Diadoraall’epoca partner del Napoli,  che fiutava l’affare di portare un grande nome in azzurro soprattutto per promuovere il proprio marchio. Nel gioco per la serie “a chi la spara più grossa” entrerà a far parte anche Ariel Ortega, fantasista del Parma, la Samp per portarlo in Italia sborsò 23 miliardi due anni prima, fino ad allora non aveva convinto del tutto la pubblica opinione nazionale, ma le movenze alla “Diego“, il fatto di essere argentino, la corporatura da classico “numero 10” fecero salire le quotazioni, ma la realtà fu che non si era troppo convinti di poter contare sull’apporto di un calciatore non del tutto maturato nel nostro campionato. Il piano per portare il grande nome all’ombra del Vesuvio non può saltare, la tattica di Ferlaino prevede di proseguire su di un calciatore dal rendimento quasi assicurato, un idolo nazionale, il prototipo del calciatore dei sogni. Ecco, quindi, che entra in orbita azzurra il nome di Roberto Baggio, in rotta con l’Inter di Mister Lippi, in scadenza di contratto, per cui verrebbe acquistato a parametro zero, un affare, se si pensa che basterebbe pagargli l’ingaggio da 3,5 miliardi, ovviamente grazie anche agli introiti che la Diadora metterà a disposizione. Un tumulto, una fitta al cuore, amore a prima vista. Il sogno è possibile, ci sono i presupposti, Baggio qualche anno prima ha giocato allo stadio San Paolo con la nazionale azzurra una gara contro la Polonia, mettendo a segno un gol strepitoso che fece alzare al cielo il grido dei napoletani, già ammaliati dal campione (eloquente fu uno striscione sugli spalti: “Baggio, l’azzurro ti dona“).

Anche per il “divin codino” fu amore, indossare la maglia di Diego sarebbe il coronamento di una carriera magnifica, ma ci sono soldi e tanti interessi ad intralciare l’affare. Si tenterà l’appoggio ancora una volta della Diadora, di cui Baggio è testimonial, per ovviare agli ultimi cavilli che frenano la trattativa, ma il sogno si trasformerà in illusione ben presto, Baggio firmerà col Bologna e scriverà altre pagini indimenticabili di calcio, gol e grandi numeri, tutti i soldi di cui sopra svaniranno come neve al sole, la realtà sarà ben diversa, gli unici nomi che vestiranno realmente la maglia azzurra saranno Amoruso, Sesa, Husain e, a gennaio, il famigerato colpo ad effetto Edmundo, ennesima cattiva scelta di un’annata che terminerà con la seconda, tragica retrocessione. Cocente la delusione, un sogno infranto quello di vedere Baggio con la maglia del Napoli, sostituito dal pianto amaro di una caduta in cadetteria che avrà il sapore della resa per una società che avrà bisogno di una ventata di nuovo, di linfa vera e certificata, basta con le chiacchiere, i napoletani chiederanno di non essere più illusi da falsi profeti ed eroi inventati, la parola “concreto” dovrà essere il diktat per il futuro azzurro. Dopo circa un decennio qualcosa si muoverà, leggasi gestione De Laurentiis, qualcuno, ancora oggi, continua a dimenticare il passato….

Di seguito il video del gol di Baggio contro la Polonia al San Paolo che fece innamorare i tifosi:

Articolo modificato 2 Dic 2014 - 14:14

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Scritto da
redazione