Finale di Coppa Italia di nuovo a Roma. A parte le ragioni di opportunità, c’è un rischio altissimo: la Lega ci ha pensato?

La Lega ha deciso: la prossima finale di Coppa Italia si disputerà di nuovo a Roma, allo stadio Olimpico, il prossimo 7 giugno. Teatro dell’atto finale della manifestazione tricolore dunque, sarà ancora una volta la Capitale. E’ stata una scelta giusta?

RAGIONI DI OPPRTUNITÀ – La risposta è scontata: no. Per una serie di ragioni: una di opportunità, innanzitutto. La Lega avrebbe potuto tranquillamente evitare di designare come sede l’Olimpico, teatro degli scontri prima di Napoli-Fiorentina del 3 maggio scorso. Quando una mano armata – di fede giallorossa – alzò il fuoco contro i tifosi del Napoli, ferendone tre, di cui uno, Ciro Esposito, sarebbe morto dopo oltre un mese di agonia. Troppo vivido il ricordo di quella sera: “E’ una vergogna, non dovrebbero farla giocare di nuovo a Roma. Come madre mi sento offesa e ferita”, le parole di Antonella Leardi. Facile intuirne il motivo: quella sera, prima della prossima finale, si rinnoverà un dolore atroce per lei e la sua famiglia. Un dolore che non accenna a diminuire. Come potrebbe.

COSA ACCADREBBE SE… – Ma c’è dell’altro. Una ragione ancora più importante se si vuole, che avrebbe sconsigliato di scegliere di nuovo la Capitale. Perchè le due squadre, Napoli e Roma, sono ai lati opposti del tabellone di Coppa Italia. Che tradotto vuol dire: potrebbero incontrarsi solo in finale. Proprio all’Olimpico. E immaginare cosa potrebbe accadere è fin troppo facile. Una certa retorica cercherebbe di elevare la partita a occasione per risanare un odio profondo e inveterato tra le due tifoserie; ma i tempi sono tutt’altro che maturi. Se ne hanno dimostrazioni quotidianamente: dai social media alla strada, passando per gli stadi. Da parte napoletana, nell’ala estrema del tifo, c’è una voglia di vendetta che non fa presagire nulla di buono. E nella Capitale i sentimenti verso i tifosi partenopei sono tutt’altro che pacifici, come dimostrato alcuni giorni fa (clicca qui). E dato che di tutte le campagne di sensibilizzazione promesse da politica e mondo del calcio non c’è traccia alcuna, se non nell’opera incessante e lodevole della mamma di Ciro, sorgono alcuni interrogativi. Chi si farebbe da garante dell’ordine pubblico nel caso in cui Napoli e Roma dovessero trovarsi di fronte, allo stadio Olimpico, per la finale di coppa? Chi si assumerebbe una responsabilità così grande? Domande che per il momento restano inevase. Insieme all’ultima, forse la più importante: ma a via Rosellini ci avranno pensato?

Vincenzo Balzano

Twitter: @VinBalzano

 

 

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