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1987/88, toscani regolati per due reti ad una, era l’Empoli che lanciava i calciatori del futuro, poi c’era Mazzarri….

Correva l’anno 1987, i postumi del primo tricolore cominciavano a farsi sentire e l’eliminazione in Coppa Campioni per mano del Real di Butragueno metteva gli azzurri col muso lungo nei confronti di una stampa mai clemente, e le tensioni che ne seguirono si manifestarono in maniera consequenziale durante il derby del sole Roma-Napoli della settimana prima, dove Careca e Renica furono espulsi e Bagni squalificato dal giudice sportivo per il famigerato “gesto dell’ombrello” che vanificò un gemellaggio che perdurava da tempo tra il popolo giallorosso e quello partenopeo. Maradona non parlava con la stampa e, di conseguenza, la squadra lo seguì a ruota. Ma il giorno di Napoli-Empoli, il primo novembre, Diego regala ai tifosi l’inno “La favola più bella”, una canzone toccante, un bel modo per ringraziare la gente per tutto l’amore che giorno per giorno fanno sentire al proprio idolo, qualche anno più tardi si converrà che era forse anche troppo per un calciatore come il “ pibe de oro“, per i motivi che tutti sappiamo.

La gara mette subito in chiaro che l’Empoli di Salvemini non è venuta al San Paolo per fare la fine dell’agnello sacrificale, a mettere in pratica le velleità dei toscani ci pensa al 7′ lo svedese Ekstrom, b0mber che in Italia ha raccolto meno di quanto meritasse, il quale batte Garella in uscita, dopo un contropiede innescato dal lancio illuminante di Della Scala. 0-1 che preoccupa il pubblico, che si convince che le polemiche possano mettere gli azzurri sulla strada della depressione, inoltre le assenze pesanti degli squalificati non giocano a favore della squadra di Bianchi, che è stato costretto a impiegare il “gregario” Filardi e Carnevale come terza punta in attacco. Ma come spesso la storia di quegli anni ci ha insegnato, a togliere le castagne dal fuoco ci pensa sempre l’argentino, cantautore d’occasione ma direttore d’orchestra in campo, al 17′ crossa al centro con eleganza per l’accorrente Romano, palleggio in area del calciatore appena convocato nella la nazionale olimpica, sinistro poderoso e fallo di mano di un difensore empolese che evita la rete, calcio di rigore decretato dall’arbitro e Maradona che trafigge il portiere Drago, portando il risultato in parità.

La partita resta non semplice, senza gli uomini principali non è una passeggiate, all’epoca il concetto di “titolari” era sentito in maniera più incisiva rispetto ai giorni nostri, allora una riserva era un giocatore che aveva un profilo nettamente più basso rispetto ai compagni di squadra, ed il livello della panchina era più evidente, con tutto il rispetto per i calciatori subentranti. Ancora Empoli pericoloso con il biondo svedese di cui sopra, coadiuvato dal giovane Beppe Incocciati, che vestirà l’azzurro qualche anno più tardi, dall’estro da perfezionare ma con numeri in regola per fare bene. Senza dimenticare che in campo i toscano possono contare sull’esperienza di Paolo Baldieri, su giovani di prospettiva quali Brambati, Cucchi, Zanoncelli, tutti ragazzi di cui si sentirà parlare molto negli anni a venire. Se si guarda sulla panchina toscana, poi, non si può non notare nomi come Settimio Lucci, uno dei futuri pilastri del Piacenza dei miracoli, quello tutto italiano, Eusebio di Francesco, che con la Roma raggiungerà anche la nazionale, Carmine Gautieri, passato anche da Napoli, che con la stessa Roma, negli anni di Zeman, conoscerà i picchi più alti della propria carriera, Nicola Caccia, che forse proprio a Napoli, in coppia con Aglietti, un decennio più in là, potrà prendersi soddisfazioni e attestati di stima dagli addetti ai lavori.

Intanto, ancora una volta sull’asse Romano-Maradona, nasce il gol del vantaggio azzurro, con l’argentino che con un tocco in diagonale mette la palla alle spalle dell’incolpevole estremo toscano, anzi da segnalare come ottimo interprete del ruolo in alcune occasione, evitando una debacle che sarebbe potuta essere più ampia. Da segnalare, al minuto 70, l’entrata in campo di un altro giovane che si conoscerà bene dalle parti di Napoli venticinque anni dopo, nelle vesti di mister, parliamo proprio del toscano Walter Mazzarri, che viene schierato per dare fiato alla difesa, ci scapperà anche un giallo, ma si sa, fermare Diego non è per niente compito facile. Una vittoria che serve al morale, aiuta ad andare avanti, mettendo a tacere una stampa che spesso è divenuta il vero e proprio fardello di una società che avrebbe bisogno di meno pressioni per ritrovare il bandolo della matassa senza doversi districare nei gomitoli delle polemiche sterili.

Ecco il tabellino della gara:

Risultato 2-1

Gol
0 : 1 Ekstrom 7
1 : 1 Maradona 17 / Rigore
2 : 1 Maradona 35

NAPOLI

Claudio Garella
Ciro Ferrara
Massimo Filardi
Moreno Ferrario
Tebaldo Bigliardi 70′
Francesco Romano
Giovanni Francini
Fernando De Napoli
10 Diego Maradona
Andrea Carnevale
Bruno Giordano 83′
Giocatori di riserva
Giuseppe Bruscolotti 70′
Paolo Miano 83′

EMPOLI

Giulio Drago
Massimo Brambati 85′
Francesco Zanoncelli 70′
Claudio Vertova
Enrico Cucchi
Urbano Corrado
Luigino Pasciullo
Luca Della Scala
Paolo Baldieri
Giuseppe Incocciati
Johnny Ekström
Giocatori di riserva
Walter Mazzarri  70′
Davor Čop 85′

 

Queste le immagini del match:

Articolo modificato 6 Dic 2014 - 20:15

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Scritto da
redazione