Più di un tecnico, un faro nella notte. La settimana appena trascorsa, che culminerà con la sfida di domani contro l’Empoli, ha consegnato, semmai a qualcuno fosse necessaria un’ennesima conferma, quanto, e cosa, rappresenti realmente Rafa Benitez. Uomo di calcio di grandissimo spessore, per cui parlano carriera, risultati, esperienze, lavoro quotidiano e stima degli innumerevoli campioni da lui gestiti a dovere, portati a livelli eccelsi. Ma il lato meramente sportivo, professionale, che di orpelli e celebrazioni ha poco bisogno data l’enormità dei fatti, rappresenta solo una faccia di quanto il tecnico spagnolo possa realmente dare nel processo di una società che negli ultimi dieci anni ha vissuto una crescita trascinante, esponenziale.
Fieri del passato ma guardare al futuro – “Andare fieri di Maradona è giusto, ma è importante guardare al futuro. I giovani devono avere come riferimenti Higuain, Hamsik, Inler o Insigne perché sono presente e futuro del club. Il club è stato migliorato fisicamente, tecnicamente e tatticamente, migliorando le infrastrutture”. Parole che Benitez ha rilasciato ai microfoni del mensile francese So foot, una sentenza da eseguire senza alcun indugio se si vuole veramente completare lo step che tanti auspicano. Vivere nel passato è il modus vivendi di chi si crogiola nella pochezza del proprio presente. L’orgoglio di un’epoca d’oro non deve rappresentare un cordone ombelicale al quale restare legati a vita, l’obbligo, l’imperativo, è quello di vivere al massimo il proprio presente per costruire un futuro all’altezza del passato al quale tanti malinconicamente, spesso, ancora guardano. Come? Crescendo come società, in primis, lavorando sulle infrastrutture, invogliare campioni a restare e ad approdare, senza lasciarsi ingolosire dalla prima chiamata dello sceicco di turno. Costruire un progetto solido, ambizioso, a qualsiasi livello, per essere finalmente una realtà costante, una certezza nel panorama calcistico europeo. Benitez, in questo, può e deve essere una garanzia.
Testimonial d’eccezione – Rafa per Napoli, l’altro ieri ennesimo tour a Napoli per Benitez. Nel cuore pulsante, vivo, della città, senza temere calche, la spesso troppo enfatizzata pressione della gente. Il centro storico come casa sua, tra cori e sorrisi. Uno spot per la città, uomo di grande cultura e umanità, in totale simbiosi con una città che da spagnolo verace, passatemi il termine, non può che sentire sua. Un esempio per tanti, nel celebrare un patrimonio che va enfatizzato e mai vituperato, un orgoglio per tutti, per chi questa città la ama e la vorrebbe agli onori della cronaca per le sue note positive. Un vero e proprio uomo immagine, a 360°, andando oltre il mero aspetto calcistico.
Cultura del lavoro – Una conferenza, quella di oggi alla vigilia di Napoli-Empoli, al solito ricca di spunti, mai banale come da copione quando è l’ex tecnico di Liverpool e Valencia a parlare. Tra i tanti spunti, però, a chi vive nella cultura del tutto e subito, farebbe un gran bene approfondire una tematica: “Ci sono 4-5 squadre che come fatturato sono superiori. Ma non per questo dico che non dobbiamo vincere. L’ho fatto anche in passato, con Valencia e Liverpool. Dobbiamo lavorare tutti insieme per ridurre il gap. Quando vedo il monte ingaggi, la differenza con le altre squadre si nota. La realtà è che noi siamo il quinto fatturato e con questa realtà dobbiamo lavorare tantissimo, migliorando la struttura, dobbiamo lavorare di più. L’ho già fatto in passato. Ho vinto la Champions con il Liverpool, pur non avendo la squadra economicamente più forte. Non è lo stesso avere in panchina uno da 3mln netti piuttosto che uno da 1 milione netto. Io non vengo da Real, Barça, ma da Valencia e Liverpool che abbiamo battuto le big e vinto la Champions, vedete le differenze di rosa in quella Champions. Ma non dobbiamo essere sotto pressione ogni settimana. Alla luce di questo, serve unione per arrivare in alto“. Come crescere, come sopperire alla difficoltà, come raggiungere una maturità definitiva? Dedizione, coesione e lavoro. Le basi per ottenere i risultati, sempre, in qualsiasi frangente dell’umana esistenza. Nulla viene regalato, niente viene garantito per volontà divina, per riuscire a cogliere risultati importanti è necessario impegno certosino e unità d’intenti, un ambiente critico ma sereno, dove poter, tutti, rendere al meglio.
Corretto criticare con onestà intellettuale, dovere della stampa è cercare di porre l’accento, con costruttività, sugli eventuali errori, su tutto ciò che è perfettibile e migliorabile, anche riferendosi all’operato di un grande della panchina come Benitez. Ciò che è certo, però, è che il regalo più bello che il presidente Aurelio De Laurentiis possa fare, anche dopo Natale non c’è fretta, ai suoi tifosi è la conferma di un tecnico che per questo progetto rappresenta oro allo stato puro.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 6 Dic 2014 - 18:57