Splende un bel sole su Napoli. Il San Paolo è illuminato da una luce splendente in questa sfida di inizio dicembre. Napoli contro Empoli, sembra Davide contro Golia. Partita ricca di insidie, piena zeppa di trabocchetti per gli uomini di Rafa Benitez. La squadra di Maurizio Sarri gioca bene ed è in un ottimo stato di forma. Tanti i risultati utili dei toscani guidati da Maccarone e Tavano in avanti e sorretti da un ottima organizzazione di gioco impartita dal mister nato a Figline Valdarno. Pressing a tutto campo, difesa alta e gioco di prima, questi i dettami del tecnico toscano, arrivato in serie A in età matura ma che sta impressionando tutti con la sua squadra operaia.
Napoli che ha in sostanza tutto da perdere da questa sfida a maggior ragione dopo lo stop di Roma e Juventus nella giornata di ieri. Rafa Benitez ha tanti infortunati in infermeria e l’attenzione in settimana è stata più concentrata sui movimenti di mercato che sulla sfida in casa contro la squadra toscana. Il tecnico madrileno sceglie Duván in attacco concedendo un turno di riposo al pipita Higuaín. Torna titolare Mertens a sorreggere la batteria di trequartisti dietro al colombiano.
La storia si ripete – Una primo tempo che fa concorrenza ad un film dell’orrore. Napoli che prova nei primi minuti a fare la partita ma è subito dalle prime battute che si intuisce non sarà un pomeriggio facile per gli azzurri. Passano appena due minuti e gli azzurri si presentano alla conclusione dalla distanza con il capitano Marek Hamšík. Conclusione velleitaria con l’azzurro che si libera al limite dell’area con un dribbling secco ma come al solito pecca in potenza nella conclusione. I toscani sono sono avversario facile e gli azzurri ne erano ben coscienti. Gli uomini di Sarri non lasciano mai soli gli azzurri e duplicano le marcature sul portatore di palla. Pressing selvaggio com’era da aspettarsi ed il Napoli stenta a velocizzare l’azione com’è giusto fare in queste circostanze. Il tecnico madrileno sembra tarantolato in panchina, quasi sentisse sulla pelle l’avvicinarsi delle difficoltà. Golia sembra aver mangiato pesante stamattina e corre a velocità dimezzata rispetto al Davide toscano. La squadra di bianco vestito è l’unica in campo nel primo tempo sciolinando bel gioco e fraseggio breve a velocità. Alla prima occasione il Napoli va sotto. Palla persa da Mertens subito dopo la metà campo, squadra tutta sbilanciata in attacco e contropiede toscano servito. Cinque i tocchi con la palla al piede di Maccarone che si infila nella metà campo azzurra e passa un pallone perfetto in verticale per Verdi che colpisce Golia. Prima rete in serie A per il giovane provenuto dalle giovanili del Milan. Napoli intontito che non sembra volersi riprendere. Si rischia il tracollo in almeno altre due occasioni. Gli azzurri dovrebbero ringraziare Maccarone e Tavano non così pronti ad infierire il colpo finale ad un Napoli letteralmente ipnotizzato dal pressing toscano.
Una fiera ferita – Feriti e tramortiti dall’Empoli torniamo negli spogliatoi. I toscani ci hanno graziati nel primo tempo ma non sono così magnanimi nel secondo. Il cronometro segna solo sette minuti ed è questa volta Rugani a piazzare la seconda stoccata agli azzurri in crisi d’identità. Il giovane difensore toscano in procinto di vestire la maglia bianconera trova il secondo gol sulla solita dormita colossale su calcio d’angolo. E pensare che l’Empoli era notoriamente pericolosissimo sui calci piazzati. Una squadra sbandata e senza mordente quella di Benitez, irriconoscibile per lunghi tratti della partita ma sempre viva. I tifosi accorsi al San Paolo iniziano a mugugnare ed il nome del presidente compare nei cori intonati dalle ugole deluse. Quando esce il capitano per fare posto ad Higuaín i tifosi azzurri non sono magnanimi con colui il quale dovrebbe suonare la carica ma che spesso sembra più impaurito degli altri . Marek incassa i fischi senza batter ciglio e si accomoda in panchina. Sarà solo una coincidenza ma è proprio in quel momento che torniamo in partita. A suonare la carica è lo stesso uomo che ha ripreso la Samp al Ferraris, Duván su colpo di testa da calcio d’angolo. Il Napoli rientra in partita come al solito solo ed esclusivamente quando prende schiaffi sul volto scoperto. Gli azzurri vestono i panni della provinciale ed inizia a correre come se i ruoli si fossero invertiti. L’intensità tanto cara al proprio allenatore inizia ad emergere ed a firmare la rimonta ci pensa il solito De Guzman entrato al posto di Mertens. Il fuoco della rivolta si spegne però con i minuti che trascorrono. Inutili anche i cinque minuti di recupero assegnati per evidenti perdite di tempo dei toscani ingolositi anche solo da un punto. Impossibile spiegare questa squadra e trovarne un’identità. Altro pareggio in casa contro chi dovrebbe tremare nel varcare la soglia dello stadio azzurro. Altri punti persi contro chi dovrebbe contare i gol subiti più che quelli segnati. Cagliari, Palermo, Chievo, Empoli…