Difficile restare obiettivi nei momenti “complessi” senza sfociare un minimo nel sano ed italiota disfattismo. Ma è ugualmente complesso trovare un elemento totalmente soddisfacente in Napoli-Empoli sponda partenopea: dalla prestazione fino al risultato ed alla bordata di fischi della tifoseria, tutto ha lasciato fortemente perplessi. Un punto dal quale ripartire per non fallire il tour de force di questa settimana ma soprattutto per trovare soluzioni alle problematiche che ormai attanagliano gli azzurri da qualche giornata: condizione fisica non al top, manovra abulica e prevedibile, mancanza di cinismo, poca lucidità da parte dei campioni che dovrebbero fare la differenza ed imprecisione in tutti i reparti.
Tra le uniche note positive, le reti delle così dette seconde linee Duvan e De Guzman, nonostante la prestazione del primo sia stata troppo di luci ed ombre. Molto bene invece l’olandese, particolarmente in forma e nuovamente decisivo, in campo soltanto dal 70′. Per tutto il resto, bisogna invece voltare pagina e lavorare, lavorare ed ancora lavorare, così come predicato da Benitez in settimana. Lo studio c’è ed è tanto ed approfondito ma una domanda sorge spontanea: posto che il tecnico spagnolo il suo lavoro lo sa fare ed anche molto bene, chi è a sbagliare? Evidentemente i giocatori che, non in forma, non riescono a seguire le direttive del proprio tecnico ma non solo.
L’atteggiamento remissivo c’è anche di tutta la squadra che regala come sempre un tempo agli avversari (anzi, un ricco contropiede) non giocando come può ed al contempo dell’allenatore che invece di inserire un mediano nel finale che possa dare un minimo di offensività aggiunta, preferisce coprirsi con Gargano. Perché, infondo, sa che qualcosa non funziona bene. Ed anche i tifosi aggiungono il carico da novanta, ricoprendo di fischi Hamsik al momento della sostituzione al 61′ e palesando una ricca rabbia alle due reti dell’Empoli fino all’esplosione finale per una vittoria sfumata e rincorsa troppo tardi. La sconfitta di tutti, in un momento della stagione che richiede nuovamente una decisa sterzata, così come avvenuto un mese e mezzo fa.
Ciò che fa riflettere davvero però è che, più di continuità, forze fresche e qualche acquisto a gennaio, il Napoli avrebbe realmente bisogno di equilibrio. Equilibrio tra tutte le parti, perseguendo il tanto amato “spalla a spalla” che nomina spesso Benitez. Uno stile di calcio più che un diktat di vita, un suggerimento a staff, ambiente e giocatori per remare nella stessa direzione, senza detrattori, senza distrazioni e senza disfattismi, nel bene e ne male. Equilibrio in campo tra i reparti ma anche intorno e fuori, con i media, con i tifosi, con gli addetti ai lavori per cercare di salvare una stagione che potrebbe cadere facilmente nell’anonimato ma che, al contempo, con un pizzico di impegno in più, potrebbe portare nuovamente a risultati molto soddisfacenti.
Alessia Bartiromo
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