Quando i talenti vanno preservati, Izzo e Sepe tra rimpianti e speranze per il futuro

Il problema del calcio italiano resta ancora quello dei vivai e Napoli lo sa bene. Nomi, che negli ultimi giorni sono tornati sulla bocca di tutti, lasciano l’amarezza di non averli sfruttati e la speranza di poter affidare a loro il futuro così come riporta oggi Il Mattino.

Tra questi Armando Izzo, difensore napoletano di Scampia, ora in forza al Genoa. “Era scritto che sarei stato il migliore in campo nel giorno in cui la difesa del Napoli avrebbe fatto flop. Contro il Milan ho fatto finta di avere contro i miei amici di Scampia, perché altrimenti se pensavo che quelli davanti a me erano i veri Menez ed El Shaarawy non so come avrei reagito”, esordisce così il giovane napoletano. Una rivincita la sua, che non ha convinto fino in fondo la società azzurra a suo tempo, mentre ora si gode il terzo posto rossoblu. Non era un predestinato, non era un bambino d’oro del calcio napoletano, ma non mollava mai. All’Avellino lo hanno amato tanto: e il Napoli non ha mai rotto il cordone ombelicale con questa sua creatura. Sul Mattino le parole del procuratore del difensore, Paolo Palermo: “Per tre anni abbiamo rinnovato la comproprietà e ogni anno gli dicevo vai Armando, che se fai bene quest’anno torni a casa. Lui ha sempre fatto delle stagioni fantastiche, l’ultima eccezionale. Poi però il Napoli non lo ha voluto: lo ha perso alle buste per 40 mila euro. C’è rimasto male, ma l’ho portato da Gasperini sapendo che per lui sarebbe stato perfetto e ha atteso il suo momento: e domenica contro il Milan è stato il più bravo di tutti”.

Il discorso non cambia se si parla di Luigi Sepe, anche lui prodotto del vivaio napoletano. La strepitosa prestazione del portiere dell’Empoli, che più volte ha frenato gli azzurri sul tentativo di rimonta, lascia pensare. Le prestazioni di Rafael, nonostante un percorso di crescita che potrebbe portarlo a raggiungere livelli più che sufficienti, non sono ancora rassicuranti. Se poi si pensa che a sostituirlo c’è in panchina Andujar, che non ha ancora giocato un minuto in maglia azzurra, Sepe resta il rimpianto più grande. “Certo che tornerei volentieri al Napoli, anzi sto facendo tutto questo perché sogno un giorno di indossare la maglia azzurra che è nel mio cuore”, commenta il portiere napoletano. Speranza che si è riaccesa nella piazza e, perché no, anche nella società.

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