La striscia di 11 risultati utili consecutivi del Napoli è terminata con la sconfitta di San Siro contro il Milan, ma la crisi azzurra era cominciata già da tempo. Precisamente il 9 novembre scorso quando, durante il match contro la Fiorentina dove il Napoli ha raccolto anche l’ultima vittoria in campionato, Lorenzo Insigne è uscito dal campo riportando la rottura del crociato anteriore del ginocchio destro; in quel periodo il giocatore di Frattamaggiore era il tassello fondamentale dell’undici di Rafa Benitez che lasciava Mertens in panchina pur di farlo giocare. Insigne era il vero trascinatore della squadra, si era messo alle spalle i fischi della tifoseria e si faceva portatore dell’ideale del giocatore napoletano con indosso la maglia azzurra. Nel modulo dell’allenatore spagnolo era diventato importantissimo per la duplice valenza del suo ruolo: creare occasioni da gol e aiutare i compagni in fase difensiva. Lo si vedeva infatti, come un pendolino, muoversi su tutto il fronte di gioco per andare a mordere le caviglie degli avversari, rubare palla e ripartire velocemente. Dal suo infortunio la squadra partenopea, in 4 partite di campionato, ha subito ben 8 reti. Proprio questa qualità di ausilio in difesa sta pesando sull’economia del gioco del Napoli; i giocatori schierati per sostituirlo, siano Mertens o De Guzman, non sono mai riusciti a dare quel contributo decisivo alla retroguardia. Il giocatore belga è quello che più ha tentanto di emulare questo lavoro, ma con scarsi risultati. Benitez, in alcuni incontri, ha provato ad arginare questo problema inserendo Britos come terzino sinistro spostando Ghoulam, giocatore appunto più difensivo, sull’esterno alto; ricevendo però quasi l’effetto contrario, con una manovra più lenta e compassata. L’assenza di Insigne quindi si sta facendo sentire più del previsto.
Allo stesso tempo sta pesando anche la crisi di prestazioni del giocatore che agisce sulla fascia opposta; Josè Callejon. Da quando lo spagnolo è stato chiamato in nazionale, con la maglia del Napoli non si è più visto il giocatore che aveva incantato nelle prime giornate tanto da diventare il capocannoniere del torneo. Il giocatore che si vede ora in campo è il fantasma di quello che aveva entusiasmato la folla; banali errori in fase realizzativa e negli appoggi facili, poca incisività negli interventi e apporto difensivo che sta mancando anche da parte sua.
Visto l’infortunio a lungo termine dell’italiano, il Napoli dovrà cercare di recuperare almeno psicologicamente lo spagnolo e di rinforzare la squadra con innesti giusti a gennaio se vuole tentare ad agguantare un terzo posto che sulla carta dovrebbe essere facilmente raggiungibile vista la superiorità della rosa rispetto agli altri contendenti.
Articolo modificato 15 Dic 2014 - 00:15