Galli; Ferrara, Francini, Baroni, Corradini, De Napoli, Alemao, Crippa, Careca, Maradona, Silenzi: questo l’undici che Albertino Bigon mandò in campo il 1° settembre del 1990 allo Stadio San Paolo, nella finale di Supercoppa italiana tra il Napoli, vincitore dello Scudetto e la Juventus, detentrice della coppa Italia.
CHE FINALE! – Il San Paolo quella sera era un tripudio di emozioni. Diego tornava a giocare una partita ufficiale dopo la finale del Mondiale persa a Roma nel luglio precedente. Fisico asciutto e preparazione perfetta, El Pibe neanche osava immaginare che quello sarebbe stato l’ultimo trofeo alzato al cielo con la maglia del Napoli, prima che una brutta storia, nel marzo successivo, decretasse la fine della sua avventura in terra partenopea. Maradona sapeva bene che valore aveva quella partita, per i napoletani. Già il fatto che si trattasse di una finale, da giocare per giunta nel proprio stadio, costituiva un appuntamento con la storia forse irripetibile. E il fato si era poi divertito a mettere di fronte al Napoli l’avversario di sempre, quello più odiato e contro il quale era più bello vincere. Era la Juventus di Maifredi, che annoverava tra le sue fila Roberto Baggio, Totò Schillaci reduce dalle notti magiche, il tedesco Hassler, Julio Cesar e Tacconi in porta. E andava battuta: una richiesta legittima, per i tifosi di “quel” Napoli quasi obbligatoria. E vittoria fu, roboante, altisonante, più unica che rara; scegliete voi l’aggettivo.
LA CRONACA – Dopo 8 minuti il Napoli si porta già in vantaggio, grazie ad un gol di Andrea Silenzi, bravo a mettere in rete un pallone vagante dopo uno scontro tra Careca e De Agostini. Al 20′ Silenzi restituisce il favore, mandando in rete il compagno brasiliano per il raddoppio azzurro. La Juve però è dura a morire: al 39′ Baggio dal vertice alto dell’area di rigore compie una delle sue magie su calcio da fermo: palla in gol. Partita riaperta? Solo per poco: Crippa al 44′ mette dentro il 3-1, ancora Silenzi, 60 secondi dopo, segna il quarto gol. L’intervallo è una manna dal cielo per i bianconeri, che rientrano negli spogliatoi come un pugile suonato all’angolo. Nella ripresa, al 71′, è di nuovo Careca a mettere il sigillo definitivo alla partita: 5-1 per il Napoli. Un risultato giustamente passato alla storia.
PAROLA A CHI GIOCÒ – “Fu una vittoria straripante – il commento di Giovanni Francini a Spazionapoli – di cui ho un ricordo bellissimo. Quella notte successe una cosa irripetibile, per giunta contro una squadra, la Juventus, che per i tifosi del Napoli è da sempre l’avversario da battere. Maifredi era da poco diventato tecnico dei bianconeri, e al di là di quello che pensa qualcuno, quella squadra era comunque molto forte perchè aveva delle individualità di tutto rispetto. Batterla, in quel modo, per noi fu motivo d’orgoglio e rappresentò una delle serate più belle di quell’epoca in cui il Napoli si era abituato ad essere nell’elite del calcio italiano ed europeo”.
1) – CONTINUA
Articolo modificato 16 Dic 2014 - 23:13