Un vulcano, Aurelio De Laurentiis. Ma nulla di inedito. È fatto così il patron azzurro. ADL sente la pressione di questa sfida, sa che questa gara può regalare al Napoli un trofeo che manca da 24 anni. Per di più proprio contro la Juve. Lo scippo di due anni fa è ancora vivo nelle menti dei tifosi, ma non solo. Anche il presidente De Laurentiis fu vittima di quella sconfitta.
La pressione dunque si avverte. Ma Aurelio De Laurentiis è un imprenditore esperto, e sa nasconderla, o almeno ci prova. Si destreggia bene sulle voci che vorrebbero la cessione del Napoli agli sceicchi, dichiarando la sua voglia di proseguire la sua avventura al timone azzurro fino alla propria morte. Vuole un progetto a lungo termine, la cui buona riuscita non dipende dalla sfida di domani. Cerca di stemperare la tensione. E quale modo migliore se non quello di parlare del futuro?
Un futuro che può, o non può, prescindere da Rafa Benitez. Lo spagnolo ha il contratto in scadenza a giugno e non ha ancora preso una decisione definitiva sul suo avvenire. De Laurentiis è consapevole dell’importanza dello spagnolo nel progetto Napoli, ma l’incertezza spesso influenza negativamente un piano a lungo termine. Se non si sa cosa si vuol fare domani, come si possono programmare i prossimi tre o cinque anni? Questa la domanda da porsi. Le parole del presidente della Filmauro suonano quasi come un ultimatum: “Se Rafa Benitez avrà la pazienza di sposare questo progetto sarò onorato perché lo stimo come uomo e per cultura e professionalità, altrimenti ce ne faremo una ragione e guarderemo oltre”, o meglio “Cosa vuoi fare della tua vita?”. Benitez riflette sul da farsi, così come ADL, ma per programmare la prossima stagione c’è tempo. Rafa non ha le idee chiare sul suo futuro, ma sa bene cosa vuole fare adesso: battere la Juventus. Quello è l’imperativo. Per il resto c’è tempo. Anche in un progetto a lungo termine.
Vittorio Perrone
Articolo modificato 21 Dic 2014 - 23:18