Quattro super protagonisti sotto il cielo di Doha, per scrivere il presente e costruire un futuro sempre più azzurro

Natale ormai è arrivato ma negli occhi dei tifosi del Napoli restano ben impresse le splendide immagini della vittoria della Supercoppa lunedì a Doha ai danni della Juventus. Una partita lunghissima, sofferta e che ha quasi dell’incredibile, con la lotteria dei rigori finali che tra errori, parate e colpi di scena al cardiopalma ha meritatamente consegnato il trofeo nelle mani di capitan Hamsik e compagni. Un’indiscussa prova di forza e carattere contro la capolista macina record, che lascia ben sperare per il futuro. Quando la squadra è motivata e compatta, può mettere in difficoltà chiunque, alla ricerca della famosa continuità che è mancata in questa prima metà di stagione.

I PROTAGONISTI. Ogni azzurro ha contributo, nel bene e nel male, alla vittoria dell’ambito trofeo, scivolando ma rialzandosi con forza e convinzione. In primis Albiol e Koulibaly, autori di un vero e proprio disastro che ha innescato la rete di Tevez in avvio, si sono riscattati al meglio nel finale e durante la lotteria dei rigori. Ma, oltre che alla compattezza ed all’unità di intenti di una squadra che voleva a tutti i costi salire sul carro dei vincitori, ha visto molti dei suoi protagonisti brillare e fare finalmente la differenza.

IL CAPITANO. Splendida prestazione di Marek Hamsik che, dopo un avvio in salita dovuto anche ai ritmi molto alti dei bianconeri ed al contraccolpo psicologico del gol subito a freddo ed in un buon momento, è tornato ai suoi alti livelli di sempre, aprendo il gioco per Higuain, sacrificandosi anche sulla mediana, impostando ed agendo a tutto campo. Ha trascinato la squadra con intensità, rilevato poi al 79′ praticamente stremato. E’ lui ad alzare la Supercoppa sotto il cielo di Doha, il secondo trofeo in sette mesi. La speranza è che questa soddisfazione sia solo l’ennesima di una grande serie ma soprattutto che il big match contro la Juve sia soltanto un nuovo punto di partenza per ritrovarsi definitivamente, sugellando la seconda parte della stagione con prestazioni continue e di qualità.

EROE PER UNA NOTTE. Sotto i riflettori di Doha c’è stato sicuramente lui, il portiere azzurro Rafael che, dopo quattro mesi tra alti e bassi tra le critiche di una piazza che non l’ha visto pronto per ricevere l’eredità di Reina e le responsabilità di una tifoseria esigente, si è finalmente riscattato con una prestazione durante i calci di rigore da standing ovation. In particolar modo l’ultima parata su Padoin è stata tecnicamente perfetta e stupenda, quasi irripetibile, consegnando nelle mani del Napoli l’ambito trofeo. Ma non solo. A parte le due reti di Tevez sulle quali è incolpevole per merito della classe dell’argentino, si è sempre fatto trovare attento e puntuale, richiamando all’ordine ed all’attenzione costantemente i compagni di reparto. Un’enorme iniezione di fiducia, che si spera serva soprattutto per il futuro.

UN PIPITA D’ORO. La classe e l’unicità di Gonzalo Higuain non le scopriamo sicuramente a Doha. Il Pipita cinico, che non si arrende mai, attento, carico, grintoso e voglioso di vittoria si ripalesa prepotentemente in Qatar. Via il nervosismo degli ultimi mesi, che lascia spazio ad una sana carica agonista che fa la differenza, instaurando un duello a distanza con il connazionale Tevez. Tra reti da cineteca, rigori ed occasioni sprecate, è lui a vincere la palma del migliore tra i due, conquistando le copertine patinate di mezzo Mondo. Bacia la Coppa, la stringe, abbraccia i compagni ed una città intera: finalmente è leader e trascinatore di una squadra che ha sempre avuto bisogno di lui, raccogliendo a pieno l’investitura di Benitez.

CUORE E POLMONI A CENTROCAMPO. L’ultimo di questo particolarissimo e splendido poker d’assi della Supercoppa è sicuramente lui, Walter Gargano, titolarissimo un po’ a sorpresa nella notte qatariota da non sbagliare. Non delude affatto le aspettative, con una prestazione maschia, fino all’ultimo secondo, prendendosi persino la responsabilità di un calcio di rigore. Perché lui, come mimato da Higuain, gli “attributi” li ha e li mette tutti al servizio per il Napoli. E perché in fondo si sa, per essere protagonisti all’ombra del Vesuvio serve proprio questo: dedizione, continuità, carattere e tantissima passione per la maglia azzurra, quelle che i quattro super Assi hanno dispensato a profusione. Ad maiora.

Alessia Bartiromo
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