In principio erano Navarro e Mascara, ora Strinic e Gabbiadini. La crescita del Napoli si evince anche dagli acquisti fatti nel mercato invernale. Le cifre investite fino a qualche anno fa erano bassissime, lo scorso gennaio è arrivata la svolta sia in termini economici che di rendimento.
Unica eccezione, il primo anno di A – e precisamente gennaio 2008 – con il record di giocatori acquistati in massima serie nell’era De Laurentiis nel mercato invernale, cioè quattro (come nel 2013). La squadra è nuova e ancora non al completo: arrivano Nicolas Navarro (2,5 mln) dall’Argentinos Jrs, Santacroce(5,5) e Mannini (7) dal Brescia ed infine Pazienza (4,5). In totale 19,5 milioni di euro. Una spesa considerevole per i propositi di quel tempo. Al di là di Navarro, i nuovi s’inseriscono bene e si dimostrano giocatori utili.
Poi il nulla. Sia a causa di un gruppo ormai rodato ed unito, che per la cattiva riuscita di alcune operazioni, sulla carta molto interessanti. Nel 2009 firmano Luca Bucci – svincolato, preso per i concomitanti infortuni di tutti i portieri azzzurri (Iezzo, Gianello, Navarro) – e Jesus Datolo (6,5 mln), accolto come super colpo e presentato in grande stile al San Paolo, ma al di sotto delle aspettative, ricordato solo per il gol (l’unico) contro la Juve in quel magico 3-2 all’Olimpico di Torino.
Nel 2010 tocca ad Andrea Dossena (3,7 mln). Anche questa operazione viene accompagnata dall’entusiasmo generale, ma i continui infortuni dell’esterno di Lodi non rendono agevole il suo inserimento nella rosa azzurra. Giocherà di più – senza convincere troppo – nei due anni successivi. L’anno dopo è il turno di Victor Ruiz (6 mln più l’intero cartellino di Datolo) e Giuseppe Mascara (1,2 mln). Il primo, considerato uno dei più promettenti difensori spagnoli, è un autentico flop. Sei presenze in sei mesi e poi dritto al Valencia. L’attaccante ex Catania, invece, guardando al rapporto qualità-prezzo, si dimostra un discreto acquisto, che non basta però per poter raggiungere il Milan in testa alla classifica. Nel 2012 le cose sembrano essere cambiate, ma è solo una chimera: arriva Edu Vargas per 12 milioni di euro dall’Universidad de Chile, presentato come astro nascente del calcio sudamericano, rivelatosi acquisto fallimentare. 28 presenze e 3 reti in due anni (arrivate tutte nella partita contro l’Aik Solna). 365 giorni dopo vengono spesi 10,5 milioni per la metà di Armero, il prestito di Rolando e i cartellini di Radosevic e Calaiò. Il mercato degli azzurri sembra convincere, ma, oltre al colombiano proveniente dall’Udinese che si integra presto negli schemi di Mazzarri, gli altri, chi per un motivo chi per un altro, deludono.
Nella scorsa sessione invernale arriva la svolta: Ghoulam, Henrique e la comproprietà di Jorginho per quasi 15 milioni. Non un record in termini economici, ma sicuramente le operazioni più interessanti dal punto di vista tecnico, e soprattutto le più riuscite. Gli acquisti si rivelano giusti e funzionali alla conquista di un trofeo – la Coppa Italia – a fine stagione. Tuttora il terzino algerino e il centrocampista ex Verona sono titolari dell’undici di Benitez, mentre il difensore brasiliano è un jolly difensivo, essendo impiegabile sia come terzino che centrale (oltre che in mediana).
Quest’anno la situazione potrebbe ripetersi. Ormai fatta per Strinic, che arriva a parametro zero, e ai dettagli per Manolo Gabbiadini, uno dei migliori colpi del campionato di Serie A, per circa 14 milioni di euro. Poi la suggestione Lavezzi e il desiderio Darmian. Il mercato è solo alle prime battute, il Napoli vuole esserne l’assoluta protagonista.
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Articolo modificato 30 Dic 2014 - 00:54