IL 2014 di Walter Gargano in maglia azzurra inizia in estate, di ritorno dal prestito con il Parma. Fortemente voluto da Benitez, il tecnico spagnolo lo testa in allenamento dopo le fatiche del Mondiale con l’Uruguay, per valutare la sua permanenza all’ombra del Vesuvio. Con grande dedizione e spirito di sacrificio, il centrocampista riesce a convincere l’allenatore e fa parte integrante del progetto partenopeo, tra la contestazione dei tifosi che non hanno affatto dimenticato le frasi d’amore di qualche anno fa nel trasferimento all’Inter. Ma il passato è passato e Gargano vuole cancellarlo, a suon di prestazione tutte cuore e carattere. E’ tra i pochissimi che meritano la sufficienza nel disastroso match di ritorno in Champions contro l’Athletic Bilbao che è costata l’eliminazione dalla blasonata competizione agli azzurri. Ma non basta ancora: il 3 settembre, nel ko del Napoli al “San Paolo” contro il Chievo, i tifosi espongono un durissimo striscione contro l’uruguagio, intimandogli a togliersi la maglia.
Ma Gargano è convinto della scelta di voler restare a Napoli e dell’amore che prova per questa squadra e risponde alle critiche con ancora più lavoro, sempre in silenzio ed a testa bassa. Non risponde alla convocazione della Nazionale per un’amichevole per restare in città a lavorare maggiormente con Benitez, in campo dà tutto, con qualità, intensità e sacrificio, guadagnandosi la maglia da titolare della mediana azzurra. Una piacevole sorpresa che si conferma tale. Non è un caso se proprio lui ha formato la coppia di centrocampisti chiamati a fermare la Juventus nel match di Supercoppa a Doha, prendendosi anche la responsabilità di calciare e siglare un rigore nella lotteria finale. Pace fatta con i tifosi ed un plauso per carattere, grinta e cuore, costantemente al servizio del Napoli, oltre ogni critica. Un vero esempio per tutti.
VOTO: 7
Articolo modificato 31 Dic 2014 - 13:58