Il 2015 si apre all’insegna di Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha rilasciato una lunga intervista a ‘Il Mattino‘. Ecco quanto evidenziato e riportato da SpazioNapoli.
San Paolo, che problema! “Io ho affidato a un pool di ingegneri uno studio, prioritario rispetto a quello della ristrutturazione: vogliamo capire qual è lo stato di salute attuale dello stadio perché non vorremmo che questo impianto, costato svariati miliardi di lire prima dei Mondiali del 1990 e reso agibile soltanto grazie agli interventi della mia società, presentasse ulteriori problemi, dopo quello del settore inferiore di Curva A, inagibile da tre mesi. Entro gennaio riceveremo una stima della salute del San Paolo ed entro febbraio una valutazione dei costi degli interventi da effettuare, successivamente lavoreremo al progetto di ristrutturazione cercando di capire anche cosa si potrà costruire di supporto economico all’impianto per dare il via a quelle attività commerciali extracalcistiche che secondo quanto previsto dalla legge dovrebbero creare un equilibrio economico-finanziario per la salute del club”.
Bilancio per l’anno appena concluso: “Positivo. Abbiamo mantenuto una società con i conti in ordine ed è contemporaneamente proseguito il processo di crescita. Il Napoli è la sola squadra italiana ad aver vinto due trofei nell’anno solare ed eravamo reduci da una straordinaria Champions: nel dicembre 2013 siamo stati eliminati con 12 punti, penso a cosa è accaduto nella competizione quest’anno, con la Roma eliminata e la Juve qualificata con punteggi nettamente inferiori al nostro. Abbiamo chiuso lo scorso campionato al terzo posto e siamo ora nelle prime posizioni. I conti vanno fatti alla fine: noi siamo un po’ come quel ciclista che fora una gomma e riparte in ritardo, c’è tempo per recuperare, le tappe del campionato sono 38 e non siamo neanche a metà del cammino”.
Sull’eliminazione dalla Champions: “Una forte delusione e un danno economico valutabile in alcune decine di milioni. Ma bisogna fare, a mente serena, un ragionamento. Noi abbiamo affrontato l’Athletic Bilbao che non aveva rappresentanti ai Mondiali mentre il Napoli ne aveva avuti ben sedici: la differenza di preparazione era notevole, non può esserci la controprova ma se avessimo trovato una squadra nelle nostre stesse condizioni avremmo probabilmente superato il turno. Pensate a cosa è accaduto al Borussia Dortmund dopo i Mondiali: è stato ai vertici internazionali e ora occupa uno degli ultimi posti nel campionato tedesco. E problemi li hanno avuti squadroni come Barcellona e Paris Saint Germain”.
Progetti per il 2015: “Crescere. Restare competitivi in campionato, Europa League e Coppa Italia dopo aver festeggiato la Supercoppa. In campionato c’è già un distacco rispetto a Juventus e Roma, ma andiamo avanti con fiducia. Con l’obiettivo di vincere tutte le partite e senza avere paura di nessuno, come dice Benitez. Noi siamo non scontenti, ma scontentissimi quando non vinciamo o pareggiamo su campi non proibitivi”.
E invece il futuro di Benitez, quale sarà?: “Il suo contratto era di due anni, mi auguro che voglia restare perché dare continuità a un progetto tecnico e societario è la soluzione migliore. Sapremo tutto tra qualche mese. Ma una cosa è certa: la mentalità internazionale, che io ho voluto proporre affidando la guida della squadra a Benitez, non cambierà, proseguiremo su questa linea che è diventata un nostro principio”.
Sullo “spalla a spalla”. “Assolutamente sì, lo condivido. Quando parlo di ambiente maturo, mi riferisco a tifosi che non siano vicini al Napoli soltanto quando vince. Anzi, è nei momenti più difficili che il tifoso deve dare sostegno e calore, dimostrarsi innamorato. Noi siamo fedeli, non mettiamo le corna a nessuno”.
Il fair play finanziario. “Noi rispettiamo il fair play finanziario: visto cosa è successo a un club come il Barcellona, che ha un fatturato notevolmente più alto del nostro? Non ha rispettato alcuni parametri e vedrà il suo mercato bloccato. Ci atteniamo alle regole del fair play finanziario, ma per noi – lo ribadisco – il mercato è aperto dodici mesi all’anno, anzi ventiquattr’ore su ventiquattro. Non abbiamo un fatturato che ci consente di sviluppare il nostro vivaio come altre società: ritengo già significativo aver tirato fuori in pochissimi anni un campione come Insigne grazie al lavoro dei nostri collaboratori”.
La stretta attualità. Il calciomercato si apre con Strinic e Gabbiadini. “Benitez ci aveva chiesto di coprire due ruoli: è stato preso Strinic perché Ghoulam sarà impegnato in Coppa d’Afica, è arrivato Gabbiadini che può giocare da prima come seconda punta, dopo l”infortunio di Insigne. Gabbiadini ha 23 anni, non rappresenta una soluzione per l’emergenza che si è venuta a creare per l’assenza di Lorenzo ma è anche un investimento per il futuro”.
Sono previsti altri colpi? “Vedremo tra gennaio e giugno cosa fare in altri reparti, come difesa o centrocampo. Abbiamo soddisfatto le richieste di Benitez, ora valuteremo, anche perché bisogna capire se Rafa resta: comprare ora significherebbe ridurre il budget estivo per impostare magari il discorso con un altro allenatore. Ma lo ripeto, mi auguro che Benitez resti”.
Caso Zuniga: “E’ infortunato anche quest’anno ma alla sua assenza eravamo già abituati la scorsa stagione…”
Poi il ‘mea culpa’, per quell’errore estivo: “Un errore che mi riconosco è aver detto durante il ritiro di Dimaro che avremmo vinto lo scudetto. Sulla razionalità del presidente è prevalsa la passione del tifoso: mi sono lasciato prendere la mano. Non è così semplice vincere, perchè se si parla di scudetto è come se si escludessero squadre come Juve, Roma, le milanesi. L’obiettivo del Napoli è essere competitivi sempre. Prima o poi lo scudetto arriverà, ma non perché arriveranno uno o due giocatori. Si vince quando c’è un fronte unico composto da squadra, società e tifosi. Lo scudetto ci sarà quando l’ambiente sarà maturo”.
Ancora calciomercato. Possibile il ritorno di Lavezzi? “E a che servirebbe? Siamo copertissimi in attacco, tra un paio di mesi rientra anche Insigne. Si dimentiche che Lavezzi ha uno stipendio di 4,5 milioni netti all’anno e che soprattutto è stato lui a voler lasciare il Napoli: lo decise nel 2011 e noi gli chiedemmo di restare ancora un anno, nel 2012 è passato al Paris St. Germain. A volte i procuratori dei calciatori si divertono a tirare fuori il nostro nome, ma noi non vogliamo né Lavezzi né Balotelli”.
Articolo modificato 2 Gen 2015 - 12:09