Umiltà ed euforia. Neanche il tempo di atterrare a Capodichino, e Gabbiadini è già il beniamino della tifoseria partenopea, con il suo aspetto da bravo ragazzo che cela un calciatore già maturo. L’ormai ex attaccante della Sampdoria si lascia trasportare dall’euforia nelle dichiarazioni rilasciate dopo l’arrivo di ieri a Napoli. Parole che mandano in estasi la tifoseria azzurra, e che mostrano un calciatore ben motivato e con una mentalità da campione.
Sono tutte per il futuro le parole di Manolo Gabbiadini. Trattiene a stento la gioia, è felice e si nota chiaramente, ma cerca di mantenere i piedi per terra. Sarà il campo a parlare, sarà il campo a ripagare quei tifosi che a lungo l’hanno atteso all’aeroporto di Capodichino. Non li ha salutati a parole, Manolo, non ne ha avuto l’occasione. Ma lo farà in campo, a partire da domenica 11, quando al San Paolo arriverà la Juventus, che sino a ieri deteneva la metà del suo cartellino. E il gol alla Juve è un tema sempre delicato, una domanda che i nuovi arrivati non possono evitare, un test da superare. “Io spero di sì”, la risposta di Gabbiadini manda in estasi i tifosi. Ma tenere i piedi per terra è il motto dell’ultimo arrivo in casa Napoli.
E la Nazionale? Prima l’azzurro del Napoli, poi tutto viene da sé. Impegno, dedizione e sacrificio. Sono queste le caratteristiche che in campo sfoggia Manolo Gabbiadini. Il lavoro sporco per i compagni, ma non solo. Perché Gabbiadini ha anche un ottimo score: sette reti (otto con la rete in Coppa al Brescia), le stesse realizzate dal suo nuovo compagno di squadra Gonzalo Higuain. Questo gli verrà chiesto: unire all’impegno e al sacrificio una buona media realizzativa. Proprio come un certo Josè Maria Callejon.
Ma adesso basta con i numeri e con i paragoni: è tempo, per Gabbiadini, di far parlare il campo, a partire già da domenica 11. Il resto verrà da sé.
Vittorio Perrone
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Articolo modificato 5 Gen 2015 - 08:44